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Solidarietà a Lucano e fiducia nella giustizia

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La cura è la risposta ideale per far fiorire l’esistenza umana. Il mondo stesso sarebbe migliore se tutti gli esseri fossero integrati, curandosi gli uni degli altri. Per questo mia personale considerazione frutto anche della mia quindicennale esperienza da Sindaco di una piccola Comunità del Savuto (Comune di S. Stefano di Rogliano), e dalla mia riconosciuta idea di “garantista”, difendo il modello “Riace” ed esprimo piena e convinta solidarietà umana al primo cittadino, Domenico Lucano, impegnato a promuovere processi di integrazione, rispondendo a precisi dettati umani e normativi. Il primo cittadino Domenico Lucano è agli arresti domiciliari, come si sa, per favoreggiamento ai migranti. E’ accusato anche di fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Dalle interviste che il Sindaco Lucano ha rilasciato prima e dopo del provvedimento restrittivo adottato nei suoi confronti, si rileva un profilo di persona onesta e di sana genuinità che contrasterebbe con gli arresti domiciliari. Detto ciò, ritengo, come cittadino e come ex Sindaco, che il sistema legislativo contempli delle norme che, se pur non condivise, vadano, comunque, rispettate per onorare i sani principi di equità e giustizia. Bisogna partire dal presupposto che la Magistratura del nostro Paese conserva una sua autonomia ed indipendenza. E’ doveroso ricordare anche in questa triste circostanza che la magistratura italiana ha acquisito indubbi meriti per avere saputo condurre sul piano della stretta legalità – e con gravi sacrifici personali – le battaglie contro il terrorismo, la mafia e la corruzione, ubbidendo alla sua funzione istituzionale di difesa dell’ordine costituzionale, della legalità e della moralità pubblica. Non si capisce la legittimità di questa azione svolta dalla magistratura se non si considera la posizione del potere giudiziario tra i poteri dello stato, con la distinta funzione di far osservare le leggi nel rispetto prevalente dei principi e dei valori della Costituzione e nella sua autonomia rispetto agli altri poteri (legislativo ed esecutivo).
Nel recente passato si sono registrati roventi interventi da parte di alcuni esponenti politici, che hanno accusato magistrati o gruppi di magistrati di aver usato i processi con finalità politiche. A me sembra una forzatura ideologica quella di voler far apparire a tutti i costi alcune inchieste o processi incentrati su aspetti di natura politica. Sono altrettanto convinto che i Magistrati possono avere una personale visione politica, che deve essere rigorosamente tenuta all’esterno delle decisioni per promuovere la stessa autonomia e indipendenza di cui la Magistratura gode. La Magistratura non può essere “strumentalizzata” attribuendo colori e sfumature secondo le inchieste o i processi avviati. In essa va riposta sempre convinta fiducia, anche quando alcune inchieste o sentenze sembrano non collimare con le nostre opinioni o con le nostre verità.
Fatta questa doverosa premessa scagli la prima pietra il Sindaco che non abbia subito un processo giudiziario, anche se da tutti riconosciuto persona onesta e trasparente. L’onestà, purtroppo, non sempre garantisce il trionfo della legalità. Si può essere onesto, non approfittarsi del bene comune, e nel contempo ruzzolare nei meandri delle illegalità per inesperienza, ingenuità, solidarietà oppure per disobbedienza civile. Esperienze vissute direttamente sulla propria pelle da chi ha avuto l’onere e l’onore di servire le proprie comunità. La legge va rispettata, comunque, e se non condivisa può essere contestata utilizzando gli strumenti che il sistema democratico mette a disposizione del cittadino e delle comunità amministrate.
Si abbia, quindi, rispetto del servizio reso dalla magistratura per il Paese e non si strumentalizzi il suo operato affiancandolo o meno ad altri poteri dello Stato per finalità politiche, ideologiche o peggio ancora per mera polemica culturale. Anche questo è un modo per tenere fuori dall’inchiesta la nobile idea di inserimento e integrazione sociale dominante nell’azione amministrativa del Sindaco Domenico Lucano.