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Savuto e la Festa della Liberazione: una memoria ancora viva

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Nel comprensorio del Savuto, la Festa della Liberazione è una ricorrenza ancora sentita e partecipata. È una giornata che non scivola via tra le pieghe del calendario, ma continua a parlare al cuore delle comunità locali, che riconoscono in quella data del 25 aprile un momento di profonda memoria collettiva. Un’occasione per ricordare e rendere omaggio al sacrificio di chi ha lottato per un Paese libero e democratico. Il Savuto ha offerto alla Resistenza un contributo rilevante, tanto sul piano delle idee quanto su quello dell’impegno attivo. Numerosi furono i giovani che, partiti da questi paesi dell’entroterra calabrese, raggiunsero le montagne del Piemonte, dell’Emilia, della Toscana, e di molte altre regioni d’Italia, per unirsi alle formazioni partigiane e combattere contro la tirannia nazifascista. Ragazzi spesso cresciuti nei dialetti locali, figli della terra e del lavoro contadino, che forse non conoscevano bene l’italiano, ma portavano nel cuore valori universali: la solidarietà, la giustizia, la libertà.

Molti di loro entrarono a far parte delle diverse formazioni partigiane, animate da ispirazioni politiche differenti: Giustizia e Libertà, Brigate Garibaldi, Brigate Matteotti, Fiamme Verdi (di matrice cattolica), Brigate del Popolo, Brigate Mazzini, Brigate Autonome e gruppi monarchici. Diversi nei riferimenti, ma uniti dal medesimo obiettivo: liberare l’Italia dall’occupazione tedesca e dalla dittatura fascista, per costruire un futuro fondato sulla democrazia e sull’uguaglianza. La Resistenza fu il seme da cui germogliarono i valori che oggi vivono nella nostra Costituzione. In quella stagione, le differenze geografiche e sociali si dissolsero nel terreno comune della lotta. Non c’erano più nord e sud, uomini o donne, ma solo cittadini italiani determinati a cambiare il destino del proprio Paese.

Dopo l’8 settembre 1943, in molti trovarono nel movimento partigiano la strada maestra per riscattare l’onore dell’Italia e aprire le porte a una nuova civiltà. I numeri ufficiali non bastano a raccontare l’ampiezza di quel coinvolgimento. La letteratura e la storiografia ancora oggi non riescono a registrare tutti i nomi, tutte le storie. Molti giovani, pur avendo partecipato attivamente e coraggiosamente, non risultano nei registri ufficiali. Ma i loro atti furono eroici. Eroi silenziosi, che misero a rischio la propria vita per un ideale, per un sogno che oggi chiamiamo libertà. Oggi, in tutti i paesi del Savuto, come in ogni angolo d’Italia, la Festa della Liberazione si celebra con rispetto e gratitudine. È una giornata che appartiene a tutti, anche a chi oggi fatica a riconoscersi in quella stagione. Perché la libertà è un bene comune, indivisibile, prezioso come l’aria che respiriamo. È la base su cui si fonda ogni comunità, ogni convivenza civile. Grazie, partigiani. Grazie per averci donato, con il sangue, il coraggio e la rinuncia, quel bene inestimabile che si chiama Libertà.