L’idea visionaria di Salvatore Oddo resta attuale nel tempo dei “nano-Comuni” e della globalizzazione. La lezione di Piano Lago tra sogni, infrastrutture e lungimiranza amministrativa.
Il 29 maggio 1969, sulle colonne della Tribuna del Mezzogiorno, il giornalista Salvatore Oddo – acuto osservatore delle dinamiche sociali e autentico interprete del “giornalismo delle idee” – scriveva parole che ancora oggi risuonano profetiche:
“Piano Lago al centro dei Comuni della valle del Savuto destinati a riunirsi.”

Era il tempo in cui prendeva forma un acronimo carico di significati: ROSTEMA, abbreviazione dei Comuni di Mangone, Marzi, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano nonché Figline, Cellara, Belsito, Paterno…. ma anche simbolo di una visione condivisa, capace di guardare oltre i confini amministrativi. Un’idea forte, ambiziosa, quella di unire i piccoli centri in una nuova entità urbana, moderna ed efficiente, capace di valorizzare le energie locali e rispondere alle sfide del futuro. Oddo, nel suo articolo, pubblicato su Tribuna del Mezzogiorno, il 29 maggio 1969, ripreso nel libro del giornalista, Ferdinando Perri, “ Antologia di scritti meridionalistci- editoriale progetto 2000- descriveva Piano Lago come un centro strategico e propulsore per lo sviluppo dell’area. Un luogo in fermento, dove le infrastrutture – dall’acquedotto al campo sportivo, dai bar alle sale da biliardo – si affiancavano a una crescente maturazione democratica e alla visione moderna di amministratori illuminati come il sindaco Soda, il vice Pirillo e l’assessore Francesco Canzi. Quest’ultimo, in particolare, era già proiettato verso la creazione di una squadra di calcio dal nome simbolico: Rostema, pensata per rappresentare una città-territorio di oltre 20.000 abitanti, includendo anche Belsito, Paterno, Figline e Cellara. Oddo non mancava di sottolineare le resistenze politiche all’idea della conurbazione con Cosenza: da una parte l’on. Principe, sindaco di Rende, concentrato sul proprio territorio; dall’altra l’on. Buffone, sindaco di Rogliano, fautore di un progetto inclusivo che mirava a unire tutto il comprensorio collinare del Savuto alla città capoluogo, creando una Cosenza Sud forte, coesa e competitiva.

Scriveva Oddo:
Di fronte all’indifferenza e alla staticità di alcuni esponenti politici, di fronte a un egoismo così lampante, non resta che proseguire sulla strada già tracciata, cercando – con determinazione – di superare personalismi e campanilismi per unire i Comuni della Cosenza Sud in un’unica grande città di oltre 20.000 abitanti: Rostema.
Quell’utopia, pur non essendosi mai realizzata, non è mai morta. A tenerla viva, negli anni successivi, è stato il giornalista Luigi Miche Perri, direttore della testata Rostema, che ha continuato a raccontare, alimentare e sollecitare un progetto di integrazione territoriale mai del tutto archiviato. Anzi, oggi quell’idea ritorna con forza, prepotentemente attuale. A renderla concreta è l’azione del Comitato promotore della Fusione dei Comuni del Savuto, formato da personalità diverse ma unite da un obiettivo comune: trasformare il sogno di Rostema, lo spirito in esso racchiuso e diffuso tra le comunità, in una vera entità istituzionale. Un Comune Unico capace di farsi motore autentico di sviluppo, crescita e coesione sociale per l’intero comprensorio. A distanza di oltre mezzo secolo, in un mondo radicalmente trasformato dalla globalizzazione e dalla rivoluzione digitale, l’idea di Rostema appare più attuale che mai. Le tecnologie della comunicazione hanno reso il pianeta un villaggio globale: hanno ridotto le distanze, accelerato gli scambi e connesso mercati e persone. Ma i piccoli Comuni, i cosiddetti “nano-Comuni”, restano spesso soli e in affanno, incapaci di garantire servizi adeguati, di attrarre investimenti, di dare risposte tempestive alle richieste delle comunità locali. Sempre più demograficamente impoveriti economicamente, sempre più isolati e sempre più deprivati di servizi moderni e adeguati ai tempi.
Ecco perché oggi, più che ieri, è urgente unire le energie più innovative per compiere un salto di qualità vero. Serve riscoprire la lezione di chi, già negli anni Sessanta, aveva intuito che solo l’ insieme delle forze, la valorizzazione dei talenti, la condivisione delle risorse potevano arginare lo spopolamento e preparare il territorio alle sfide del futuro. Superare i campanilismi, uscire dagli egoismi locali, abbandonare la logica del “particulare”: sono queste le condizioni necessarie per rilanciare l’idea di una città-territorio moderna, dinamica, inclusiva. Una “Rostema 2.0”, capace di dare finalmente corpo a quel sogno che fu, e resta, un progetto di visione e di speranza. Insomma, Rostema 2.0 è il tentativo di riprendere un sogno antico, trasformandolo in un progetto concreto.
Di fronte all’indifferenza e alla staticità di alcuni esponenti politici, di fronte a un egoismo così lampante, non resta che proseguire sulla strada già tracciata, cercando – con determinazione – di superare personalismi e campanilismi per unire i Comuni della Cosenza Sud in un’unica grande città di oltre 20.000 abitanti: Rostema.
Quell’utopia, pur non essendosi mai realizzata, non è mai morta. A tenerla viva, negli anni successivi, è stato il giornalista Luigi Miche Perri, direttore della testata Rostema, che ha continuato a raccontare, alimentare e sollecitare un progetto di integrazione territoriale mai del tutto archiviato.

Anzi, oggi quell’idea ritorna con forza, prepotentemente attuale. A renderla concreta è l’azione del Comitato promotore della Fusione dei Comuni del Savuto, formato da personalità diverse ma unite da un obiettivo comune: trasformare il sogno di Rostema in una vera entità istituzionale. Un Comune Unico capace di farsi motore autentico di sviluppo, crescita e coesione sociale per l’intero comprensorio. Ed è proprio in questa prospettiva che prende forma il concetto di Rostema 2.0: non più solo un acronimo storico, ma un modello evoluto di governance locale. Rostema 2.0 rappresenta una visione contemporanea di città-territorio, capace di integrare innovazione, sostenibilità, partecipazione civica e pianificazione condivisa. Un progetto che coniuga memoria e futuro, tradizione e modernità, per dare risposta alle sfide della globalizzazione, dello spopolamento e della frammentazione istituzionale.
Una nuova idea di comunità, fondata su reti, servizi comuni e una regia amministrativa unificata, in grado di garantire efficienza, qualità della vita e attrattività per i cittadini e per le nuove generazioni.(La redazione)