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Roberto Occhiuto nominato nuovo Commissario alla Sanità calabrese. Finirà l’era dell’antipolitica? Sancirà la responsabilità politica sulla sanità? Riflessioni di Franco Garofalo)

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La nomina del nuovo governatore della Regione Calabria,  Roberto Occhiuto, a Commissario alla sanità calabrese,   confermerebbe il ritorno della responsabilità politica sulla sanità?

Sarà certamente una gatta da pelare, come si sul dire ogni qualvolta ci si ritrova a dover affrontare una grana di quelle pesanti. Il povero felino spunta ogni volta che ci si trova al cospetto  di  “antichi” e  grossi problemi  rimasti insoluti da decenni. E certamente il comparto della sanità calabrese rientra tra quelli che hanno avuto maggiore attenzione per lo stato in cui versa, per i dissestati bilanci delle aziende sanitarie pubbliche, per i disservizi  che ogni giorno  emergono dalla  vita vissuta.

Non sono serviti i Commissari straordinari nominati in questi lunghi anni dal governo centrale per ristabilire ordine  nei conti della sanità pubblica, non sono servite a ridare fiducia ai cittadini calabresi e  perfino neanche ai rappresentanti delle istituzioni  regionali le quali hanno sempre rivendicato  il diritto di gestire il comparto direttamente e senza alcuna ingerenza.

Il ricorso ai commissariamenti, diciamolo con chiarezza,  è stato stato determinato per l’incapacità degli stessi organi regionali a fornire risposte ai problemi che la sanità calabrese presentava: la stessa politica regionale, ovvero alcuni esponenti della vita politica regionale, insieme ad una dirigenza dimostratasi incapace di assolvere alle sue funzioni e al suo ruolo,  ha condotto la sanità in questo drammatica e palpabile situazione di ingovernabilità.

Sprechi di risorse pubbliche, incapacità manifestata nel gestire le aziende sanitarie, denunce  varie hanno caratterizzato finora questo mondo abbandonato a se stesso, affidando le gestione della salute pubblica alla volontà degli operatori sanitari, ai bravi professionisti  sanitari ai quali va attribuito il merito di aver risposto alle emergenze Covid 19 con professionalità e senso del dovere. La mancanza di risorse, di personale non ha comunque determinato grossi disagi nel rispondere alle emergenze della pandemia: con difficoltà e sacrifici  hanno saputo innalzare barriere, facendo leva alle proprie  esperienze e  fornire prestazioni di qualità.

Detto ciò rimangono i problemi  legati alla prevenzione, alla cura  dei soggetti affetti da altre patologie che la pandemia ha emarginato o  abbandonato  di fronte alle pressioni determinate sugli ospedali dalla malattia da Covid-19.

Premesso questo, possiamo affermare che dopo il fallimento dei Commissariamenti della sanità e la nomina del Presidente Roberto Occhiuto, la politica  ritorna alla ribalta, ritorna ad assumersi le responsabilità nel governare comparti essenziali della vita quotidiana pubblica che meritano competenza, rispetto e  onestà nel  gestire le risorse di tutti.

Il nuovo Governatore, Roberto Occhiuto, è riuscito ad ottenere ciò che  l’ex governatore,  Mario Oliverio non era  riuscito ad ottenere dalla sua sinistra, dai suoi compagni storici presenti nei vari governi che si sono succeduti in questi lunghi anni di permanenza nel potere centrale.

L’attuale Presidente si ascrive il merito di aver conquistato la nomina ma soprattutto il merito di aver ridato fiducia  al primato della politica, inteso non come mero  intervento verticistico  nella vita delle comunità ma quale tentativo di attribuire ai legittimi rappresentanti delle istituzioni la facoltà di elaborare piani di risanamento, di sviluppo politico ed economico  a breve e lungo termine a fianco della vita quotidiana dell’attività di governo.

Roberto Occhiuto  è riuscito a conquistare ciò che Oliverio rivendicava senza mai ottenere risposte: tutti ricordano le minacce di incatenamento, desiderio represso,   non attuato  per rispetto al ruolo   istituzionale ricoperto. L’ex governatore, Mario Oliverio, non ha mai comunque digerito questo comportamento del governo centrale e forse anche per questo ha pagato un prezzo alto nel suo cammino politico.

La  nomina di Roberto Occhiuto  segna veramente la sconfitta dell’antipolitica, come è stato scritto, sposata dal PD e dal populismo di sinistra?

E’ difficile dirlo. Tutto è correlato al modo in cui verrà, da oggi in avanti, gestita la sanità calabrese, i risultati che si otterranno e le risposte che la sanità riuscirà a fornire al bisogno della salute.

E’ una scommessa che dovrà fare i conti sempre con l’antipolitica, con quella parte  cospicua della società che ritiene che la politica sia solo  pratica di potere, solo  gestione di interessi  personali, praticata da uomini dediti a curare orticelli propri  anziché i campi di tutti, invece che gli interessi collettivi. Se questo tipo di pensiero è diffuso all’interno del vivere insieme non sarà un caso. Se esiste l’antipolitica esisterà anche la politica, quella buona e onesta, talentuosa e trasparente, lungimirante e credibile.

La fine del Commissariamento sancisce la fine dell’antipolitica?

I fatti che si andranno a produrre all’interno delle istituzioni pubbliche sanciranno la vittoria della politica o la rivincita dell’antipolitica che nella storia è sempre esistita e continuerà ad esistere  e manifestarsi in forme diverse  all’interno delle stesse istituzioni dove la dirigenza rimane inamovibile e dove essa stessa riproduce quell’antipolitica  alla quale,  sovente la politica  si rivolge, per impotenza,  paura e pavidità nell’attuare scelte antipopolari per il bene delle istituzioni e delle future generazioni. Certamente il fallimento dell’antipolitica,  ha restituito un po’ di fiducia alla stremata  politica , la quale ritornata ad essere protagonista dovrà, sulla base dei suoi fallimenti registrati in passato, cambiare “stile di vita” e di comportamenti per evitare che il nemico”anti..”  riprenda le redini e ritorni sulla scena da salvatore della “Patria”, tanto per concludere con un altro  luogo comune. ( Franco Garofalo)