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Quello strano “malore” della sanità calabrese di Francesco Garofalo ( clicca qui per leggere)

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L’ex commissario  Cotticelli  da “Giletti”: “ero in uno stato confusionale su cui sto indagando”. Il  generale, al quale il governo da pochi giorni  aveva rinnovato l’incarico, dopo l’intervista resa a Walter Molino, mandata in onda su rai tre,   ha subito rassegnato le dimissioni. E’ bastata qualche domanda e qualche risposta    sul perché  non c’era ancora il piano anticovid in Calabria per  provocare un vero e proprio  terremoto istituzionale.

Provato, avvilito per la figuraccia fatta nell’intervista, che ha fatto il giro del web, ottenendo miglia di commenti negativi, il generale incalzato dalle domande dei giornalisti   nello studio di  “Non è L’Arena” e dei qualificati  ospiti collegati dall’esterno,  ha fornito la sua versione dei fatti.

Ha raccontato circostanze e avvenimenti   gravi, che  meritano di essere approfonditi  dagli organi inquirenti. Le sollecitazioni in questo senso sono state unanimi: se ci sono fatti di rilevanza penale, si denunci. I calabresi stanno pagando un prezzo troppo alto per responsabilità che appartengono  ad altri e  meritano  rispetto.

Sono tanti gli episodi oscuri   emersi, comunque,  nel corso della trasmissione  ognuno dei quali presenta delle specifiche peculiarità: dalla mala politica, agli  sprechi, ai tagli e, come di consueto,  non potevano  mancare i riferimenti alle pressioni provenienti da quel mondo che produce malaffare, sofferenze e tensioni sociali.

Ciascun racconto  meriterebbe un’ attenta e scrupolosa disamina. Il tempo potrà far luce su fatti emersi dove,  sul desolante quadro dipinto  attorno alla sanità regionale, sembra aleggiare anche l’ombra di un complotto.

L’inchiesta giornalistica, condotta da “Non è l’Arena” ha fatto emergere un fatto estremamente delicato,  serio che se dovesse essere confermato, andrebbe a sbugiardare il Ministro Speranza e lo stesso neo commissario Zuccatelli.  Secondo quanto dichiarato dal ministro Speranza alla stampa, il video di Zuccatelli,  veicolato attraverso la rete, risalirebbe all’inizio della pandemia   “Video  rubato non cancella 30 anni di curriculum” . Così  il  Ministro Speranza sceso in difeso del neo Commissario. In realtà, sembrerebbe,   invece, che le dichiarazioni risalgono a maggio, vale a dire in piena pandemia.

 Nel video  Zuccatelli,  sostiene che “Non c’è nessuna necessità di utilizzare le mascherine e, soprattutto, per infettarsi bisogna baciarsi (e con la lingua) per almeno 15 minuti» . Il neo commissario alla sanità calabrese – nominato al posto del dimissionario Cotticelli,  successivamente ha spiegato che il video risaliva,   all’inizio della pandemia e scusandosi, ha invitato a utilizzare la  mascherina.

 Avverso la   nomina di Zuccatelli,  si è registrata, perfino,  una diffida al ministro della Salute Speranza firmata dal Codacons che contesta  l’incarico affidato  in virtù proprio delle sue affermazioni che possono apparire negazioniste.

Se dovesse essere confermata la notizia fornita nel corso della trasmissione di Giletti,  secondo la quale il video sarebbe stato registrato nel mese di  maggio,  e non prima della fase acuta,  si porrebbe un  problema di credibilità dei rappresentanti delle istituzioni, indotti a dire intollerabili “fesserie” per giustificare l’ingiustificabile.

 Un fatto gravissimo che andrebbe ad alimentare ulteriormente lo stato di sfiducia persistente verso le istituzioni:  un ministro della Repubblica ha tutto il diritto di difendere le sue  scelte, ma ha anche il dovere, nel caso in cui fosse stato indotto ad omologarsi,   a fare chiarezza ed assumere  i relativi provvedimenti.

I calabresi che,  conservano una tradizione di tolleranza, che hanno mantenuto un comportamento esemplare e   virtuoso,  non possono  essere destinatari di simili trattamenti. Meritano, meritiamo e pretendiamo  rispetto dal governo centrale, dimostratosi fino ad oggi, dispotico e poco dedito all’ascolto.( Francesco Garofalo francogarofalo1@gmail.com)