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Povero Savuto, sventurata Calabria!

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Una coltre di silenziosità sociale e politica sovrasta l’area del Savuto, da anni oramai depressa e abbandonata al suo destino. Le istituzioni discutono poco o nulla tra di loro, non propongono efficaci interventi, non realizzano opere strutturali che possano favorire la crescita del territorio. Le comunità dal loro canto, assistono impassibili al declino nell’attesa che qualcuno si faccia avanti per stravolgere uno status che ha reso inerme l’intraprendenza produttiva e la voglia di fare.
I centri storici dei piccoli Comuni che sorgono lungo la valle attraversata dalle acque del fiume Savuto si spopolano, le attività commerciali crollano, l’artigianato non esiste. Produttività, lavoro e occupazione sono diventate parole valide per la convegnistica, sconosciute alle masse e al mondo giovanile. La rassegnazione ha preso il sopravvento sul fare, l’egemonia della pigrizia prevale all’interno delle stanze decisionali, occupate da una classe politica e dirigenziale sovente insignificante e inconcludente. Similari problemi, analoghe criticità economiche e culturali si irradiano per l’intero territorio calabrese, afflitto da fenomeni sociali antichi e moderni che hanno arricchito e arricchiscono la letteratura criminale e delle angherie umane. Territori devastati, impoveriti dalla ricchezza che madre natura ha regalato a questa Regione, a questo nostro Savuto, denso di bellezze naturalistiche, di arte e storia ma reso arido e impoverito per l’assenza di idee creative, di investimenti efficaci o per collocamenti di risorse in luoghi sbagliati e in contesti impropri.
Povero Savuto, povera Calabria!