Incontro con 1.200 legislatori di 68 Paesi: il Papa richiama i politici alla responsabilità sociale, alla giustizia e alla verità. Focus su libertà religiosa, disuguaglianze e sfide etiche dell’intelligenza artificiale.
Il Papa richiama i legislatori alla responsabilità etica e spirituale: libertà religiosa, giustizia sociale e sfida dell’intelligenza artificiale tra i temi centrali. San Tommaso Moro modello di coscienza e servizio.
Nel contesto solenne del Giubileo dei governanti, Papa Leone XIV ha incontrato settecento parlamentari provenienti da 68 Paesi, esortandoli a vivere la loro funzione pubblica non come una professione, ma come una “missione di verità e di bene”. L’Aula della Benedizione ha fatto da cornice a un discorso denso di richiami morali e spirituali, fondati sulla Dottrina sociale della Chiesa e ispirati dalla figura di San Tommaso Moro, “martire della libertà e del primato della coscienza”. Il Pontefice ha aperto l’intervento citando Pio XI, che definiva la politica “la forma più alta della carità”, e l’enciclica Fratelli tutti, per ricordare che la vera politica è al servizio del bene comune e della dignità umana.
Tre sfide per la politica contemporanea

1. Tutela del bene comune e giustizia sociale
Papa Leone XIV ha denunciato le diseguaglianze globali, che vedono pochi godere di ricchezze immense mentre molti vivono in condizioni di estrema povertà. Ha invitato i legislatori a superare gli interessi particolari, promuovendo una più equa distribuzione delle risorse per prevenire ingiustizie e conflitti sociali.
2. Libertà religiosa e dialogo interreligioso
Riaffermando la centralità della fede come fonte di verità e di bene, il Pontefice ha sottolineato l’importanza di difendere la libertà religiosa e di promuovere un dialogo autentico tra le comunità di fede. Ha citato Sant’Agostino per ribadire il passaggio necessario “dall’amor sui all’amor Dei”, ossia dalla chiusura egoistica all’apertura caritatevole.
3. Intelligenza artificiale e dignità umana
La “grande sfida” dell’intelligenza artificiale, ha detto il Papa, richiede una vigilanza politica costante affinché il progresso tecnologico non metta a rischio la libertà e l’identità della persona umana. L’IA dev’essere uno strumento per il bene, non un fattore di spersonalizzazione. “La vita umana vale più di qualsiasi algoritmo”, ha ribadito.
Il riferimento alla legge naturale e ai diritti umani
Nel suo discorso, Leone XIV ha sottolineato l’importanza della lex naturalis, “universale, costante ed eterna”, che deve guidare l’agire politico, specialmente nelle scelte etiche più delicate. Un principio che trova oggi espressione nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, documento che il Papa ha definito ancora attualissimo per difendere la coscienza e la dignità di ogni persona.
San Tommaso Moro: modello di coscienza per i governanti
Concludendo, il Papa ha proposto San Tommaso Moro come modello per ogni parlamentare. L’uomo che preferì il martirio al tradimento della sua coscienza, rappresenta per Leone XIV la figura del servitore dello Stato in forza della fede. Un uomo che difese i poveri, promosse l’educazione, tutelò la famiglia e visse la politica come servizio alla verità.
Il nostro punto di vista. Riflessioni su un discorso che interpella la coscienza civile
Dal punto di vista religioso, il discorso di Leone XIV riafferma una visione teologica della politica: essa non è neutrale, ma orientata a valori trascendenti. Il richiamo alla legge naturale e alla libertà religiosa colloca l’azione politica in una dimensione etica e spirituale, dove il primato della coscienza diventa criterio ultimo dell’agire, in linea con il pensiero di San Tommaso d’Aquino e con la tradizione cattolica che vede nella dignità umana il fondamento del bene comune.
Sociologicamente, il messaggio del Papa rappresenta un tentativo forte di restituire alla politica una funzione pedagogica e riformatrice in un’epoca di crescente sfiducia istituzionale. L’enfasi sulla lotta alle diseguaglianze, il rispetto delle minoranze religiose e la regolazione dell’innovazione tecnologica rispondono a paure concrete della società contemporanea. In questo senso, Leone XIV propone una visione della politica come costruzione di senso collettivo, non solo come gestione del potere. (La Redazione)