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“Non erano i “furbetti”. Archiviata dal GIP la posizione di 14 dipendenti di Calabria Verde, in servizio presso la sede di Santo Stefano di Rogliano(clicca qui per cont. a leggere)

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Con decreto emesso nei giorni scorsi   dal GIP è stato disposto l’archiviazione del procedimento scaturito dall’operazione denominata “Hall Pass” . I 14 dipendenti dell’azienda Calabria Verde, in servizio presso la sede  di Santo Stefano di Rogliano, ubicata nell’immobile dell’ex Comunità Montana,  erano stati raggiunti , alcuni mesi addietro, dall’avviso di garanzia per il reato di truffa aggravata ai danni dello stato.   Al gruppo di dipendenti di Calabria Verde venivano addebitati episodi di assenteismo nell’orario di lavoro mediante ripetute uscite non autorizzate. A seguito degli interrogatori e della ricca  produzione documentale fornita dai difensori, frutto degli accessi agli atti dell’ente, debitamente richiesta. il procedimento è stato archiviato dal Gip Pietro Santese nei confronti di tutti gli indagati. Il Pubblico Ministero, Marialuigia D’Andrea, nonostante l’avviso di conclusione indagini di pochi mesi fa, si è determinata a chiedere l’archiviazione in quanto «nel periodo in contestazione l’Azienda Calabria Verde ha vissuto una fase di riorganizzazione interna dovuta alla fusione tra diversi enti che ha generato disfunzioni organizzative ed, inoltre, dalle acquisizioni in atti è emerso che nell’Ente monitorato era vigente una prassi interna in forza della quale non era previsto il rilascio di specifiche autorizzazioni per i permessi contestati». Con riferimento alle assenze che riguardano il mese di agosto, «si specifica che in quel periodo era in atto il trasloco dell’archivio dell’Ente dalla sede centrale di Santo Stefano di Rogliano a quella ubicata a Cosenza in via degli Stadi, per cui è evidente  che risultano giustificati gli spostamenti contestati in quell’arco difensivo».

Soddisfazione è stata espressa dal collegio  difensivo e dagli stessi dipendenti che sin dal primo momento   hanno contestato gli addebiti e l’etichettamento attribuito da molti come i  “furbetti del cartellino”.