- 1498 – La mattina del 23 maggio 1498 finì l’avventura del predicatore Girolamo Savonarola. Il frate domenicano, originario di Ferrara, fu impiccato e poi arso sul rogo a Firenze insieme ai confratelli Domenico e Silvestro, con l’accusa di eresia. Fu l’ultimo atto di un’esistenza passata a perseguire la corruzione dei costumi. Le sue opere furono inserite nel 1559 nell’Indice dei libri proibiti. Gli scritti di Savonarola sono stati riabilitati dalla Chiesa nei secoli seguenti fino a essere presi in considerazione in importanti trattati di teologia. La causa della sua beatificazione è stata avviata il 30 maggio 1997 dall’arcidiocesi di Firenze. Oggi Savonarola è considerato dalla Chiesa servo di Dio.
- 1815 – Guerra austro-napoletana: le truppe austriache entrano a Napoli, rimettendo sul trono Ferdinando IV di Napoli e Sicilia
- 1915 – Prima guerra mondiale: il Regno d’Italia dichiara guerra all’Austria, sancendo la propria entrata nella Grande Guerra
- 1934 – Vicino al loro rifugio di Black Lake (Louisiana), i rapinatori di banche Bonnie Parker e Clyde Barrow vengono uccisi in un’imboscata tesagli dai Texas Rangers
- 1960 – Il Primo ministro di Israele David Ben-Gurion annuncia la cattura del criminale di guerra nazista Adolf Eichmann
1992 – Strage di Capaci: fu un attentato compiuto da Cosa Nostra il 23 maggio 1992 nei pressi di Capaci (sul territorio di Isola delle Femmine) con una carica composta da tritolo, RDX e nitrato d’ammonio con potenza pari a 500 kg di tritolo, per uccidere il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Gli attentatori fecero esplodere un tratto dell’autostrada A29, alle ore 17:57, mentre vi transitava sopra il corteo della scorta con a bordo il giudice, la moglie e gli agenti di Polizia, sistemati in tre Fiat Croma blindate. Oltre al giudice, morirono altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Vi furono 23 feriti, fra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza.
«A questa città vorrei dire: gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini». Una sorta di testamento spirituale che Giovanni Falcone lascia alla sua Palermo e a chiunque scelga di offrire le proprie gambe a quelle idee, per cui lui ha speso tutta una vita.
Nato a Palermo, conseguita la laurea in Giurisprudenza con lode all’Università di Palermo, nel 1964 vinse il concorso in magistratura e ricoprì per circa dodici anni il ruolo di sostituto procuratore presso il Tribunale di Trapani. Chiamato dal giudice Rocco Chinnici (vittima di un attentato insieme alla scorta) a investigare sulla criminalità siciliana e sui contatti con quella americana, nel 1982 entrò nel pool antimafia ideato dallo stesso Chinnici e diretto da Antonino Caponnetto.