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Lunedì 5 Febbraio: Giornata Nazionale per la Prevenzione dello Spreco Alimentare – Strategie e Iniziative per Combattere lo Spreco Alimentare

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Il 5 febbraio si commemora la Giornata nazionale per la Prevenzione dello spreco alimentare, un evento ricorrente che dal 2014 mira a sensibilizzare il pubblico sul tema dello spreco di cibo. Questa tematica appare paradossale se consideriamo le cifre legate alla fame globale: evitando lo spreco alimentare, sarebbe possibile nutrire un individuo aggiuntivo ogni quattro.

Mentre circa il 40% della produzione alimentare mondiale viene gettata, tre miliardi di individui nel mondo non hanno accesso a un pasto nutriente ogni giorno, e 250 milioni di persone soffrono la fame.  Nel 2023, a livello globale, sono stati prodotti 931 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, di cui il 61% proveniente dalle attività domestiche.

Sono state introdotte iniziative e strategie sostenibili per contrastare lo spreco alimentare e recuperare il cibo non utilizzato. Nel contesto dell’agricoltura e della trasformazione degli scarti, sono emersi approcci innovativi per creare prodotti ad alto valore aggiunto nei settori agroalimentare, zootecnico e nutraceutico. Queste soluzioni sono state dettagliate nello studio “Verso la circolarità del sistema agroalimentare: modelli di business e buone pratiche”, presentato dall’ENEA in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare.

Lo studio, parte della Piattaforma italiana per l’economia circolare (ICESP) promossa dall’ENEA, mira a rafforzare il ruolo dell’Italia nello sviluppo e nella diffusione di strategie circolari di alto valore aggiunto, aumentando la sua rappresentanza internazionale.

Tra le iniziative rilevanti vi sono gli “Atlanti del cibo”, che promuovono la conoscenza approfondita dei sistemi alimentari metropolitani e un sistema idroponico per la produzione di cibo di alta qualità utilizzando scarti alimentari e insetti come fonte proteica naturale nei mangimi.

Il nostro modo di nutrimento contribuisce almeno per un terzo delle emissioni globali di gas serra, a causa dell’utilizzo di fertilizzanti chimici, delle monocolture e degli allevamenti intensivi. Oltre ai processi produttivi, lo spreco alimentare ha un impatto ambientale, economico e sociale, misurabile attraverso le emissioni di CO2 e il suo impatto sulle risorse economiche e sociali.

Tra le soluzioni proposte nel rapporto vi sono la riduzione delle emissioni nelle aziende vinicole, la rinaturalizzazione delle aree agricole e umide e processi per trasformare gli scarti degli allevamenti in fertilizzanti organici. Si promuovono anche iniziative locali per il recupero e l’acquisto di cibi di “seconda scelta” e nuovi approcci agroalimentari ecologici per alimenti biologici ad alto valore nutrizionale e salubrità.