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Li “chiamano” ancora Don.. e sono i sacerdoti….Il Codice di Diritto Canonico della Chiesa Cattolica non specifica l’uso dell’appellativo “Don”

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“Li chiamano ancora Don… e sono sacerdoti.  Iniziamo col dire che il “Don” non è un titolo accademico o un privilegio nobiliare. Tuttavia, l’uso di questo appellativo non dovrebbe essere imposto, ma dovrebbe essere lasciato alla libera scelta dei fedeli. Il  termine deriva dalla parola latina “Dominus”, che significa “Signore” o “Padrone”, e veniva utilizzato come forma di rispetto verso i nobili e i potenti. Nella Bibbia non esiste un riferimento specifico all’utilizzo dell’appellativo “Don” nei confronti dei sacerdoti.  L’uso di “Don” come forma di rispetto verso i sacerdoti risale almeno al XII secolo, quando il titolo venne utilizzato per la prima volta per designare i vescovi. Nel corso del tempo, l’uso di “Don” si è diffuso anche tra i sacerdoti e i chierici di livello inferiore.  Nei secoli scorsi, fino al XIX secolo, infatti, il don era riservato ai preti provenienti da famiglie aristocratiche, pertanto il nome era preceduto da “reverendo don”; al contrario, per i preti appartenenti a famiglie popolane, il nome era preceduto dal solo “reverendo”. L’uso del sostantivo “don” davanti ai nomi dei sacerdoti deriva da una contrazione del termine “dominus”. Il termine “don” viene usato anche nel mondo laico per indicare una persona di rispetto, un signore appunto. Ma perché nel tempo il sacerdote ha acquisito il prefisso “don”? Il Codice di Diritto Canonico della Chiesa Cattolica stabilisce che i chierici debbano essere trattati con rispettosa osservanza, ma non specifica l’uso dell’appellativo “Don”. Ci sono diversi appellativi che possono essere utilizzati per rivolgersi a un prete, a seconda della cultura e delle tradizioni locali. In alcune comunità ecclesiali, i sacerdoti preferiscono essere chiamati per il loro nome di battesimo. Tuttavia, è importante mostrare considerazione quando ci si rivolge a un sacerdote, indipendentemente dall’appellativo che si intende utilizzare. Come ogni persona, il sacerdote dovrà guadagnarsi il rispetto attraverso la sua condotta e l’azione che mantiene all’interno e all’esterno della comunità. Se il sacerdote non dimostra integrità morale, competenza e dedizione alla comunità, ma solo ad una parte di essa, può essere difficile per i fedeli rispettarlo.

In ogni caso, anche se il sacerdote non è all’altezza delle aspettative, il rispetto per la sua funzione pubblica e per il sacramento dell’Ordine sacerdotale deve sempre essere mantenuto. Tuttavia, se il sacerdote si rende responsabile di presunte manchevolezze, è altrettanto normale che gli organi competenti prendano provvedimenti. Anche la Santa Sede si è espressa sull’argomento del Don attraverso alcuni atti ufficiali. Il documento di riferimento in cui si esprime sul tema dell’appellativo “Don” utilizzato per i sacerdoti è individuabile nel documento “La formazione dei presbiteri nella situazione attuale”, pubblicato dalla Congregazione per il Clero nel 2016. Nel paragrafo 107 del documento, la Congregazione esprime il suo parere sull’uso dell’appellativo “Don” . Oggi, l’uso di “Don” come forma di rispetto verso i sacerdoti è ancora molto diffuso in molte parti del mondo, soprattutto nei paesi di tradizione cattolica.  Va  notato ancora  che in alcuni contesti, specialmente tra i giovani, l’utilizzo di “Don” è diventato meno comune, e alcuni sacerdoti preferiscono essere chiamati semplicemente per nome.