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Le elezioni nuocciono alla salute di molti parlamentari. Meglio evitare! ( clicca qui per leggere)

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Non  ho  mai creduto che  nel  voto delle regionali si potesse rispecchiare lo stato d’animo che  il singolo cittadino prova nei confronti del governo centrale.

Sono due realtà complementari  ma estranee contemporaneamente  per la valutazione oggettiva del  fatto politico: nelle regionali prevale la vicinanza, la conoscenza diretta del candidato espresso dal territorio, sia che si tratti del  candidato a Presidente  della Regione  sia che riguardi il candidato a sindaco di un Comune.

Prevalgono sentimenti di amicizia, conoscenze dirette con gli innumerevoli candidati nelle liste collegate ( in Puglia sono scesi in campo 1300 candidati consiglieri). Solo 15 liste facevano riferimento ad Emiliano; altrettante liste a sostegno del candidato Presidente De Luca in Campania, con un numero impressionante di aspiranti consiglieri.

E’ evidente il peso che questi candidati esercitano nell’espressione del voto personale più che politico.

Premesso ciò, bisogna distinguere, nelle analisi politiche che si stanno fornendo del dopo voto da parte di politologi, sociologi e diretti interessati  la realtà socio politica in cui il voto si esprime.

Ciascuna realtà  esprime una sua peculiarità che non può essere assemblata ad altre, fornendo sintesi di giudizi falsati e privi di consistenza politica.

Un analista serio non può e non deve accodarsi ai gruppi che si formano dopo il voto, individuando vincitori e sconfitti a seconda della simpatia politica e di parte. Compito dell’analista è quello di analizzare l’espressione del voto individuando, innanzitutto, i confini entro cui esso si esprime. Così come i confini entro cui si costruisce il consenso è il territorio comunale.

Fatto questo doveroso preambolo veniamo, invece, al vero voto politico nazionale, contenuto nell’espressione del  Si e del  No.

Qui la volontà espressa da popolo sovrano è chiara e non si presta ad interpretazione:  il popolo vuole  semplificazione, efficienza ed efficacia .  Il popolo non tollera che un eletto possa godere di privilegi mentre Lui è costretto a tirare la cinghia.

Ha detto  Si al taglio dei Parlamentari, sacrificando un po’ di rappresentanza, cosciente che tutto ciò non provocherà nulla sul piano della democrazia e della partecipazione. Ha respinto le motivazioni del NO ritenuto espressione di un conservatorismo che non si addice alla moderna società che cammina più veloce della politica e delle istituzioni.

Ha vinto il partito delle non elezioni, al quale, a differenza di quanto sostenuto da molti, nessuno voleva e rivendicava le consultazioni nazionali. Nemmeno quel centro destra,   costituito da tanti parlamentari   non   vocati alla pratica dell’autolesionismo  e indisponibili, pertanto,  ad abbandonare gli scranni prima dei cinque anni di legislatura.

Le urne hanno decretato la vittoria dello status quo entro il quale la casta, costituita dalla maggioranza e dall’opposizione,  continua a imperversare  in attesa di tempi migliori  checché  ne dicano i vari  commentatori politici schierati a difendere o meno questo o quello schieramento.

Auguri alla nostra nuova e vecchia  casta politica per la vittoria conseguita! ( Franco Garofalo)