Sovente assistiamo a scene in cui gli attori reagiscono in modo automatico e incontrollato ad un determinato stimolo; perdono, come si suol dire le staffe. Ebbene secondo alcuni studi condotti da ricercatori, il perdere le staffe sarebbe strettamente legato ad un fatto ormonale, oltre che fisico e psichico. Sposo questa tesi e aggiungo a livello esperienziale che le emozioni, a differenza di quanto sostengono in molti, se vengono eccessivamente controllate, represse e annientate saranno destinate a determinare disagi alla salute e provocare problemi agli stessi processi relazionali-interpersonali giornalieri. Le emozioni colorano la vita e in quanto tali non esistono emozioni sbagliate di cui vergognarsi. Esistono emozioni che si esprimono e danno luce, passione e cromature alle relazioni interpersonali. Fanno parte della nostra identità, compongono quel sistema energetico di cui l’organismo è provvisto e da cui l’ organismo stesso trae carburante per le sue funzionalità: l’organismo è un trasformatore energetico che fornisce vari tipi di energie da cui ogni organo trae alimentazione, compreso il pensiero e la psiche. Un’emozione repressa in quanto energia non espressa all’esterno, sarà destinata a deflagrare all’interno. Anche Freud ha messo in evidenza i pericoli che derivano dal soffocare le emozioni che se pur represse non “muoiono mai”. Sono sepolte vive e prima o poi usciranno nel peggiore dei modi.” Le conseguenze, quindi, di questa esplosione energetica varia secondo il grado di potenziale accumulato nel tempo. Più questa energia inespressa aumenta di intensità, maggiore saranno le difficoltà a cui si andrà incontro. Le emozioni represse si potranno trasformare sostanzialmente in problemi di natura psicosomatica.
La mente e il corpo, come sappiamo, non sono separate: formano un’unità, quindi non è strano che le emozioni ed i sentimenti, repressi ( che come vedremo in un successivo articolo, si differenziano dalle emozioni) finiscano per esprimersi attraverso problemi psicosomatici.
Uno studio molto interessante condotto presso l’Università di Aalto ha rivelato come le diverse emozioni influiscano sul nostro corpo, generando reazioni diverse. D’altro canto uno studio classico, condotto presso la Stanford University ha rivelato che le persone che hanno la tendenza a reprimere le loro emozioni, classificate come “personalità repressive”, reagiscono con una maggiore eccitazione fisiologica alle situazioni difficili rispetto alle persone che soffrono d’ansia.
In generale, le persone che tendono a soffocare i loro sentimenti corrono un rischio maggiore che si rivela sotto forma di sintomi psicosomatici, individuabili nella tensione muscolare, mal di testa, difficoltà digestive, problemi dermatologici o altre malattie ancora più serie e complesse. Rammentiamo che le emozioni in quanto forme di energie si trasformano ma non si distruggono. Rimangono e le conseguenze che provocano si rendono visibili e decodificabili in varie parti del nostro organismo tra cui la pelle.
La pelle, grande superficie che protegge gli organi interni , consente di veicolare dal mondo esterno una miriade di informazioni, ma è anche un organo su cui possono notarsi processi somatici e psichici, che riguardano soprattutto i contatti interpersonali, disturbi, stati infiammatori, che traggono origini da paure, sensi di colpa, timidezza o senso di inadeguatezza che bloccano l’espressione di energie profonde che vorrebbero venire fuori. Si manifesta in soggetti che trattengono le proprie emozioni o temono il giudizio dell’altro. Sovente risolvendo il conflitto interno, tra le energie che vogliono emergere e la loro repressione, ci si può liberare dei suoi sintomi. Anche il pianto represso che segna momenti di amarezza o rabbia se non sfogato, indirizza questa energia altrove, questa aggressività verso se stessi. Lo stato di calma che si conquista dalla repressione delle emozioni presenta all’individuo, un conto salato in termini di salute e di benessere emotivo. Reprimere le emozioni è un segno di debolezza, di ipocrisia e non un segno di forza. La genuinità premia sempre!