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Le emozioni: qual è l’emozione che dura più a lungo e perchè? L’utilità del Buon pensiero di Francesco Garofalo

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Le  Emozioni sono il modo in cui il nostro cervello codifica le cose di valore e danno il senso all’esperienza …”. Questa definizione viene fornita dallo scrittore danese  Martin Lindstrøm nel suo libro “Neuromarketing”, un vero best seller dove affronta l’attività cerebrale e comportamenti d’acquisto. Nel 2009 è stato inserito dal Time nella sua lista delle 100 persone più influenti al mondo. A questa definizione possiamo  aggiungere “… e ne determinano la memorabilità”. Eventi privi di impatto emotivo, infatti, vengono prontamente dimenticati”, quindi potremmo  concludere che l’uomo è fatto di emozioni e vive con esse.  Sappiamo che un’emozione  si differenzia da uno stato d’animo o da un sentimento per la durata: l’emozione è più istantanea, il sentimento più duraturo, lo stato d’animo è una via di mezzo.  Le  Emozioni sono immediate, i sentimenti sono persistenti. Le Emozioni  servono tutte e come tali  sono utili per “sentire” ciò che si avverte dentro : rappresentano una  sorta di “software di base”  (emozioni primarie)sul quale, con la crescita, si andranno ad installare le emozioni secondarie e le emozioni complesse. L’etimologia della parola Emozione deriva dal latino ex-movere cioè “muovere verso, muovere e far muovere fuori”.  Tra le  emozioni primarie si possono individuare quelle che che avvicinano: amore, aspettativa, accettazione, gioia e sorpresa che allontanano: paura, rabbia, frustrazione, dolore, disgusto (senso di colpa), inganno Le Emozioni Secondarie, invece, nascono e si sviluppano in un periodo che va circa dai 20 mesi di vita in poi e arricchiscono di sfumature la vita e le relazioni degli uomini.  Iniziano , in molti casi, dall’aver appreso delle norme morali e dei codici di comportamento utili alla sopravvivenza del singolo e della comunità tutta. Il processo di socializzazione è, quindi, importante nel portare dentro valori, norme che andranno a influire sui comportamenti relazionali futuri.  Tra le emozioni secondarie individuiamo quelle che avvicinano: speranza, ottimismo, ammirazione, rispetto, fiducia, orgoglio e quelle che invece allontanano: invidia,  odio, vergogna, imbarazzo, soggezione, disistima di sé, colpa

 Inoltre possiamo ancora distinguere le emozioni complesse intense come    combinazioni di emozioni primarie, esempio la sorpresa unita alla paura genera lo spavento, sia emozioni che richiedono una particolare sensibilità nella percezione e nell’utilizzo, ad esempio il perdono e la gratitudine. Tra queste individuiamo quelle che che avvicinano: gratitudine, perdono, compassione, misericordia e quelle che allontanano: disapprovazione, aggressività, rassegnazione, sottomissione. Le emozioni, quindi, sono il motore della nostra vita. Le emozioni vengono attivate, quindi,  sia da stimoli sensoriali esterni, sia da meccanismi interni; dai pensieri, dalle idee, dalle sensazioni ed è per questo che un’educazione all’uso consapevole delle emozioni non solo porta il beneficio  nell’implementare  l’intelligenza emotiva, ma  incrementa   il benessere  generale dell’individuo.   Una moltitudine di discipline Varie discipline  si occupano di comprendere i meccanismi migliori per allenare il  cervello umano ad avere un dominio sempre maggiore in questa sfera e migliorare l’aspetto comunicativo per apportare benefici a se stessi e agli altri. Ma la domanda che  si pone e alla quale si è tentato di stare anche una risposta scientifica è la seguente:  Qual è l’emozione che più delle altre dura a lungo e da cosa dipende? Perchè alcune irrompono sulla scena e scompaiono altrettanto velocemente mentre altre permangono più a lungo, imponendosi e sottoponendo l’individuo ad un maggiore sforzo per liberarsene?

Secondo alcuni  recenti studi l’emozione che dura più a lungo è la tristezza. Seguono la rabbia, la speranza, l’orgoglio e l’entusiasmo. La tristezza viene collocata in cima alla lista  e può durare fino a 240 volte più a lungo delle altre. I motivi per cui alcune emozioni sostano più a lungo nel nostro  pensare sarebbero legate agli  eventi rilevanti della vita. le emozioni connesse a eventi importanti del vissuto sarebbero a combustione lenta e di lunga durata. Per comprendere questo fenomeno i ricercatori si rifanno all’esempio della morte di una persona cara come qualcosa che influisce sulla vita in modo duraturo. Medesima considerazione vale per un nuovo impiego che può ispirare lunghi periodi di speranza o di entusiasmo.

I ricercatori che hanno  preso in esame  27 diverse emozioni,  hanno scoperto la quantità media di tempo per cui ciascuna emozione tende a rimanere.  Nello specifico  la durata delle emozioni è determinata dalla riproduzione dell’evento più e più volte. Tale riproduzione viene definita ” ruminazione”, tentativo di fare i conti con le emozioni che si stanno percependo.  Rimurginare è un tentativo strategico per far fronte ai propri sentimenti, un modo per aggiungere carburante ad un pensiero che se positivo o stimolante cambia il sentire. La “rimuginazione”, insomma, se  nasce, si concentra  e si sviluppa sulla fonte di  benessere sarà positiva; se invece si sta combattendo per superare una fonte di tristezza o di rabbia, la rimuginazione aggiungerà negatività. Meglio cambiare il percorso del pensiero. Ma su questo argomento, sul modo di gestire il pensiero ci soffermeremo nel prossimo appuntamento. Intanto per chi volesse approfondire l’argomento invito a leggere il libro ”  Il buon Pensiero”, l’amore di sè come conquista individuale.   https://www.ecodellavalle.it/2022/04/04/lamore-di-se-come-conquista-di-franco-garofalo/