Sabato scorso abbiamo affrontato l’argomento riguardante la paura di amare ( filofobia) , come nasce, come si sviluppa come si cura. Oggi esamineremo invece le fasi che contraddistinguono il percorso dell’amore. Come nasce l’amore romantico? Quando si afferma nel nostro Paese. L’amore, si sa, è universale, nel senso che risulta essere presente in tutte le varie culture e società sparse sull’intero pianeta. Esso è strettamente connaturato all’umanità, alla specie umana. Ma è proprio così? L’essere umano ama – il che lo distingue da tutti gli altri esseri mortali, se non anche dagli angeli” osserva il filosofo francese Jean-Luc Marion, e non è il solo a pensarla così. Il pensiero espresso dal filosofo è diffuso perchè si ritiene che gli animali che si contraddistinguono per l’appartenenza a razze diverse, facciano sesso solo per accoppiarsi, per riprodursi come richiesto dall’economia della natura. Senza dubbio la finalità tra due animali può essere quella (e non è sempre così), ma in tutto ciò che precede, e talvolta segue, la copula, c’è qualcosa che va oltre la mera congiunzione sessuale e sono le emozioni. Il primatologo Frans de Waal, sostiene che l’amore e l’affetto sono essenziali per tutti gli animali sociali e non soltanto nel contesto del sesso. Diverse specie di uccelli e di mammiferi, come i lupi e alcuni primati, sono monogame e tra le coppie si sviluppano legami consistenti. Sono relazioni che durano tutta la vita, anche al di là del sesso, e infatti comprendono periodi in cui questo è assente. Ergo: perchè non dovremmo considerarlo amore? Ma il tema – come accennato – è alquanto complesso tra gli umani, figuriamoci se ci addentriamo nel mondo degli animali. L’amore, possiamo affermare, è diverso, perché è una sensazione, cioè uno stato soggettivo interiore che può conoscere solo chi lo prova, non descrivibile a parole. Esso non è riconoscibile all’esterno, non è misurabile e non é descrivibile dall’osservatore esterno. A dire il vero esiste una specie animale che gli etologi e gli psicologi considerano il modello ideale per studiare il legame di coppia in quanto la relazione monogamica che si realizza tra il maschio e la femmina risulta essere molto simile a quella che si sviluppa tra due persone. Si tratta dell’arvicola delle praterie, Microtus ochrogaster, il classico topolino di campagna dal manto grigio-marrone. Durante l’accoppiamento nel loro cervello si producono lapilli di ossitocina e vasopressina, che portano ognuna delle due a sviluppare una preferenza indissolubile per quel partner. Ma ciò non è sufficiente a dimostrare che esiste l’amore tra questi esseri. Questo legame monogamico, duraturo nel tempo, per formarsi richiede necessario che maschio e femmina trascorrano insieme, prima dell’accoppiamento, un po’ di tempo che si aggira intorno alle sei ore. Può sembrare poco il tempo, ma non è così se rapportato alla loro vita terrestre: le arvicole difficilmente superano l’anno d’età. Possiamo ipotizzare che conoscersi, qualche giorno prima, lasci e rilascia un’impronta nella loro mente, evidenziando un aumento dei neurotrasmettitori innescato dall’accoppiamento. Tutto questo indurrebbe a rimanere fedeli uno all’altra per il resto della loro vita. Una simile e maggiore attenzione in tal senso, si riscontra tra gli aotidi, tra le scimmie della notte sudamericane. Animali socialmente monogami. La femmina partorisce un piccolo all’anno. Entrambi, maschio e femmina svolgono precisi ruoli nel crescere, accudire la nuova creatura. Spetta al padre svolgere il ruolo principale. Sarà il padre a garantire il trasporto e prendersene cura per il novanta per cento del tempo. La madre, invece, sarà impegnata solo ed esclusivamente per le poppate. Questi esempi ci aiutano a comprendere come sia complesso e arduo definire l’amore che- ricordiamo gli antichi greci, per cercare di dare un significato ricorrevano a tante parole. Una di queste è “stοrgé”, che viene dal verbo “stergo” e significa “amare teneramente”. E’ l’amore filiale insomma. Oggi, sempre dalle neuroscienze, possiamo dire che il cervello si è evoluto al fine di assicurare che i genitori si prendano cura della prole. Così, alcune delle sostanze chimiche della sessualità come l’ossitocina, si sono evolutivamente riciclate anche per mediare le cure genitoriali – e in particolare il legame sociale che si sviluppa tra il genitore e la prole. Ciò suggerisce che le motivazioni sessuali e quelle genitoriali sono intimamente connesse. Ma cos’è veramente l’amore? Come ribadito nel precedente articolo è arduo descriverne l’essenza: è un fenomeno straordinario e totalizzante che cambia la vita. La definizione più sostenibile dell’amore per eccellenza, l’amore romantico, da parte della sociologia è quella che si fonda su tre elementi essenziali: la passione, l’intimità e l’impegno reciproco. L’amore romantico nel matrimonio si afferma – come si sa- di recente nel nostro Paese e nelle nostre regioni meridionali, afflitte da sempre dalla sofferenza dell’emigrazione. L’amore non era l’elemento necessario per contrarre matrimonio. Il matrimonio non era una scelta libera, dettata dall’amore. Ci si sposava tra parenti, cugini per non disperdere l’eredità, oppure perchè combinato dai genitori dei promessi sposi o persone estranee che svolgevano, in modo rudimentale, le funzioni di agenzie matrimoniali oppure per procura, metodo utilizzato per le persone emigrate, residenti in luoghi e Paesi diversi. L’amore era lasciato al destino: poteva non nascere mai nell’ambito delle mura domestiche oppure come sovente si verificava si edificava fuori il perimetro delle mura, ovvero attraverso l’infedeltà. L’amore romantico nasce con l’infedeltà? Non proprio, certamente ha contribuito a rendere più libere le scelte degli attori in questione. L’amore romantico, insomma, nasce di recente dalle nostre parti e si afferma nel matrimonio in questo secolo. Ma quali sono le fasi principali dell’amore? Esse sono cinque. Al primo posto individuiamo l’innamoramento, segue la differenziazione/disillusione, poi la sperimentazione, la fase di equilibrio e l’amore maturo. Questo percorso esiste anche nel mondo degli animali? Abbiamo esaminato alcuni esempi dai quali, anche se i tratti sono connotabili a questi elementi, non si può trarre un giudizio definitivo che l’amore esista anche in altre specie, diverse dagli umani.
La fase dell’innamoramento nel mondo degli umani, risulta caratterizzata da un preludio pieno di misteri, fantasie e nuove scoperte. Un insieme di sostanze prendono il sopravvento e si sviluppano come la dopamina, serotonina, ossitocina e noradrenalina: il nostro cervello pone al centro di tutta l’esistenza la persona desiderata. Questa fase iniziale dell’innamoramento definisce la cosiddetta infatuazione. Per infatuazione, intendiamo uno stato di grazia assoluta in cui un individuo è sopraffatto da euforia e speranza. Si manifesta anche attraverso la tachicardia che si avverte quando si incontra il partner. Ma non solo: il solo pensiero di incontrarlo fa nascere le farfalle nello stomaco. E’ il periodo in cui si sviluppa una forte componente chimica, una forte energia tale da sentirsi in grado di affrontare ogni ostacolo. Sintonia e pensiero risultano essere una costante verso lui/lei. I difetti dell’altro/dell’altra si annientano, non vengono presi in considerazione, si proclama il proprio amore e lo si vive senza farsi domande scomode. L’uno soddisfa i bisogni dell’altro indistintamente, poco sarà lo spazio per la razionalità. Tutto funziona in perfetta sintonia, così bene proprio grazie a questo amore così immaturo ed emotivo. Solo il tempo potrà fornire gli ulteriori ingredienti per attraversare le altre fasi. Legame. In seguito a questa ondata di ormoni, a questa fase carica di passione e attrazione, si raggiunge l’altra tappa. L’evoluzione dell’amore nella coppia raggiunge una nuova fase: i dubbi. Starà con me in ogni momento? Posso fare affidamento su questa persona? La risposta positiva a questi quesiti condurranno verso l’amore romantico, vale a dire l’ossessione dell’infatuazione lascia il posto a un senso di autentica fiducia. Amore maturo. Non abbiamo una stima precisa della durata dell’amore romantico. C’è chi stabilisce una media di 4 o 5 anni. Ciò nonostante, Helen Fisher indica che tra il 30 e il 40% delle coppie in età avanzata dichiara di trovarsi ancora in questa fase. Le persone intervistate hanno affermato che il romanticismo non svanisce. Anzi, persiste e garantisce un vincolo molto appagante. John Gottman evidenzia come sia importante lavorare sulla consolidazione di un amore maturo. Si tratta della capacità di edificare un impegno solido. Il tempo nell’amore di coppia ha il suo valore, la sua evoluzione dipende soprattutto dal modo in cui le varie fasi dell’amore entrano nella vita di ciascuno: questo non è un fatto automatico. I colori e le tonalità dell’amore sono variabili, imprevedibili, e non misurabili. Solo chi lo vive può comprenderne l’essenza, può capire il valore che assume nella vita quotidiana, i benefici che produce in termini di benessere e felicità, nell’abbattere ansie e frustrazioni, nel conquistare e dare senso alla vita stessa.L P‘amore come abbiamo visto può essere enorme, vertiginoso, passionale, angosciante, doloroso, spaventoso, piacevole, sereno e molto di più. Ma quanti tipi di amore esistono. A tal proposito le ricerche ci insegnano che l’amore è un’elaborazione mentale che coinvolge l’inconscio, il subconscio che a loro volta incidono nelle relazioni quotidiane che gli individuano intrattengono nei processi della vita quotidiana. Nel prossimo articolo di sabato affronteremo i diversi modi in cui ci innamoriamo, i diversi tipi di amore in base all’ età. Rammentiamo sempre che le esperienze di vita sono uniche, proprio come unici e irripetibili sono gli individui. E l’amore è unico per ciascun individuo. (FG)