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La scuola soffocata dalla burocrazia: il ruolo dell’insegnante svuotato dalla sua missione educativa

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Troppi adempimenti amministrativi e poco tempo per lezioni di qualità: docenti in bilico tra ricerca didattica, aggiornamento e carico burocratico.

L’eccessiva burocratizzazione della scuola sta mettendo in crisi l’intero sistema dell’insegnamento, trasformando il ruolo dell’insegnante in una funzione prevalentemente amministrativa. Questa deriva burocratica sottrae tempo ed energie alla progettazione e alla conduzione di lezioni frontali partecipative, inclusive, empatiche e innovative, compromettendo la qualità dell’insegnamento. Essere docente significa anche fare ricerca, ossia individuare strategie e metodi che tengano conto delle specificità di ogni studente e del gruppo classe. Oggi, nell’era della tecnologia, il docente ha assunto un ruolo complesso: non solo ricercatore, ma anche selezionatore e coordinatore di saperi. Tuttavia, questa evoluzione della professione non sempre viene compresa. Vi sono dirigenti scolastici che minimizzano l’importanza della preparazione delle lezioni, sostenendo che un insegnante che necessita di prepararsi a casa non è sufficientemente competente. Una visione simile ignora l’essenza del lavoro didattico, che richiede continuo aggiornamento e adattamento ai bisogni degli studenti e al progresso delle conoscenze. La preparazione delle lezioni non può ridursi a una ripetizione meccanica di percorsi già sperimentati in passato. Ogni anno richiede nuove integrazioni, aggiornamenti e connessioni con i saperi emergenti. Il lavoro del docente si svolge “sul campo”, in aula, attraverso l’interazione con la classe e con il contesto educativo, e non può essere ingabbiato in norme rigide o pratiche stantie. La discussione su questo tema è stata recentemente rilanciata da un post su X (ex Twitter) di un formatore di insegnanti, che ha generato un acceso dibattito. Molti docenti hanno testimoniato come la crescente mole di impegni amministrativi, coordinamento e tutoraggio stia riducendo il tempo disponibile per preparare le lezioni o aggiornarsi. Un ulteriore paradosso è rappresentato dalla necessità di dedicare più tempo alla valutazione degli studenti, spesso vista come l’unico strumento efficace per mantenere la disciplina in classe. Questo, però, avviene a discapito del tempo necessario per l’insegnamento vero e proprio.

Emblematica la testimonianza di un insegnante che, pur amando profondamente la sua materia, ammette la difficoltà di bilanciare l’insegnamento con la gestione della classe e gli adempimenti burocratici. In un contesto in cui alcuni dirigenti sembrano sminuire l’importanza della preparazione didattica, emerge chiaramente la necessità di un cambiamento culturale e organizzativo per restituire agli insegnanti il tempo e le risorse indispensabili per svolgere al meglio il loro compito educativo. ( La redazione)