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Il maltempo flagella territori. La responsabilità è solo del cambiamento climatico oppure c’entra in modo preponderante la mano dell’uomo e l’incuria delle istituzioni locali?

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Di fronte alle tragedie che i media ci propongo  attraverso immagini e  racconti quasi quotidiani,   la domanda che il cittadino medio si pone è la  seguente: la responsabilità  dei disastri provocati dalle alluvioni, dagli smottamenti, dalle esondazioni , dai sisma,   sono da attribuire ai cambiamenti climatici, a fatti strettamente naturali oppure  alla mano  dell’uomo e alla trascuratezza delle  istituzioni locali?  Certamente il cambiamento climatico è uno dei  problemi su cui si stanno misurando le varie organizzazioni e associazioni che operano in difesa dell’ambiente , ma non è il solo. Oggi più di ieri assistiamo a quelle che vengono definite vere  e  proprie bombe d’acque che  flagellano i territori più deboli, più vulnerabili e  precari.  Chi rende i territori   più vulnerabili rispetto al passato però  non è certamente la natura ma l’intervento dell’uomo e la non curanza dell’ambiente fisico da parte delle istituzioni interessate alla salvaguardia, alla tutela e alla difesa di ciò che ci circonda. I terremoti  da soli non provocano flagelli, morti o sofferenze: sono le condizioni precarie del patrimonio edilizio, costruito dall’uomo che non regge alle sollecitazioni del movimento provocato dai sismi,  sono le carenze che si manifestano  sul  piano  degli  interventi di difesa dei contesti urbanistici, sono le carenze che si registrano nei processi di manutenzione e recupero delle aree degradate. Le piogge violente, robuste, intense, definite nubifragi sono sempre esistiti seppur  incrementate  di intensità. Non a caso  questi fenomeni atmosferici sono talmente esplosivi  che prendono il  nome di  “bombe d’acqua” .  In Italia, questi eventi atmosferici estremi,  sono stati quasi 1600 nel 2021,  con un aumento del ben 33% rispetto all’anno precedente. Si tratta di grandinate, bufere e tempeste di vento alternate a ondate di calore e, soprattutto, bombe d’acqua.  Ciascuno è chiamato a fornire il proprio contributo per frenare  il surriscaldamento globale. Ognuno di noi può contribuire con piccole azioni:  es. riducendo il consumo di CO2, riducendo il consumo di  bottiglie di plastica  scegliendo di consumare soltanto acqua a km0  e soprattutto non girare la testa di fronte alle aggressioni che sin perpetuano nei riguardi del territorio e dell’ambiente. Le amministrazioni comunali hanno il dovere di difendere il suolo, organizzare non solo gli interventi in  termini di protezione civile, ma svolgere un’azione di prevenzione, di cure e manutenzione per evitare corti circuiti che mettono in difficoltà  gli habitat naturali e la vita stessa delle persone.