Il dolore di un genitore per la perdita di un figlio è una ferita che non si rimargina, un vuoto incolmabile che lascia sospesi tra il ricordo e l’incredulità. Lo sa bene il senatore Mario Occhiuto, che in un toccante messaggio sui social ha voluto ringraziare quanti gli sono stati vicini dopo la scomparsa del figlio Francesco, venuto a mancare nei giorni scorsi .”Francesco, io e gli altri familiari vi ringraziamo per le tantissime manifestazioni di affetto, vicinanza e conforto“, scrive il senatore, raccontando con dolore e amore il legame profondo con suo figlio. Negli ultimi due anni, i due hanno condiviso ogni momento: i viaggi, la quotidianità a Roma, le speranze e le difficoltà. Francesco, giovane psicologo, coltivava un solo sogno: aiutare chi stava male. Un desiderio nato dalla sua profonda sensibilità e dalla lotta interiore che affrontava con coraggio e silenzio. Mario Occhiuto ricorda la dolcezza, la bontà d’animo, l’intelligenza e la profondità del figlio, che amava leggere e riflettere sul senso della vita. Ma racconta anche il dolore di chi ha visto una persona amata combattere contro i propri demoni interiori, cercando di sostenerla in ogni modo. Insieme hanno affrontato questo percorso, affidandosi a specialisti e persino intraprendendo un viaggio a Lourdes, nella speranza di trovare un po’ di pace. “Pensavo di poterlo proteggere, pensavo che ce l’avremmo fatta. E invece no“, scrive il senatore con un dolore che traspare da ogni parola. Ora resta solo un’assenza insopportabile, la speranza che Francesco sia stato accolto in un luogo di pace e la consapevolezza che i due anni trascorsi insieme siano stati i più intensi e veri della sua vita. “Se non fosse per chi ancora ha bisogno di me, non so come potrei andare avanti“, confessa infine Occhiuto, lasciando trasparire la fragilità e la forza di un padre che deve continuare, nonostante il dolore. Le sue parole sono un messaggio di amore struggente, un tributo a un figlio speciale e un monito sulla sofferenza silenziosa che tante persone vivono ogni giorno. E, forse, un appello alla comprensione e all’ascolto di chi, pur sorridendo, lotta dentro di sé. “Ora tutto mi sembra sospeso, senza direzione. Mi sento svuotato conclude- come se la vita avesse perso il suo senso. Se non fosse per chi ancora ha bisogno di me, non so come potrei andare avanti. Ma questo poco importa e so che devo farlo. Grazie ancora di cuore a tutti per averci fatto sentire meno soli in questo dolore che non avrà mai fine”.

Di seguito, la lettera del sen .Mario Occhito che racconta con delicatezza e intensità l ‘anima straordinaria di un giovane che ha lasciato un vuoto impossibile da colmare:
“Francesco, io e gli altri familiari vi ringraziamo per le tantissime manifestazioni di affetto, vicinanza e conforto. Non ho avuto la forza di rispondere prima e ai tanti messaggi, perché il dolore è troppo grande. Gli ultimi due anni li abbiamo trascorsi sempre insieme. Viaggiava e abitava con me a Roma per seguire il suo contratto di ricerca con l’Università, e nel resto della settimana aveva iniziato a esercitare la sua professione di psicologo e a frequentare il corso di psicoterapia. Tutto con la sua semplicità, essenzialità, dolcezza e bontà d’animo. Leggeva molto, amava riflettere, interrogarsi sul senso vero della vita. Non potete immaginare quanto fosse speciale. Aveva un solo sogno, un solo progetto: aiutare chi stava male. Perché lui lo sapeva bene cosa significava. Combatteva in silenzio una battaglia interiore, contro quei pensieri distorsivi che lo assalivano. E in questo era bravissimo: riusciva a non far trapelare nulla all’esterno. Con me, però, ogni tanto si lasciava andare un po’ di più. Si confidava, e insieme abbiamo provato a trovare un modo per alleggerire quel peso. Con l’aiuto di qualche specialista abbiamo cercato di migliorare le cose, e per un po’ sembrava quasi che ci fossimo riusciti.
Siamo andati insieme in macchina a Lourdes, a trovare la Madonnina, nella speranza che ci desse un aiuto, una risposta, un po’ di pace.
Pensavo di poterlo proteggere, pensavo che ce l’avremmo fatta. E invece no. Spero con tutto il cuore che questo dolore abbia un senso e che, ad accoglierlo, ci sia un Paradiso. Perché se c’è qualcuno che lo merita, è lui. A noi resta un vuoto incolmabile. E a me, anche la certezza che gli ultimi due anni accanto a lui sono stati i più belli, i più intensi, i più veri della mia vita. Ogni suo abbraccio mi riempiva il cuore di una gioia infinita. Ora tutto mi sembra sospeso, senza direzione. Mi sento svuotato, come se la vita avesse perso il suo senso. Se non fosse per chi ancora ha bisogno di me, non so come potrei andare avanti. Ma questo poco importa e so che devo farlo. Grazie ancora di cuore a tutti per averci fatto sentire meno soli in questo dolore che non avrà mai fine.”