La sindaca del Comune di Santo Stefano di Rogliano e la maggioranza consiliare bocciano la proposta della minoranza di istituire la Commissione consiliare ” Pari opportunità” e scrivono – sostengono dalla minoranza- una brutta pagina istituzionale. Nel mentre in altre parti della regione, dell’Europa e del Mondo, venivano proposte iniziative volte a promuovere programmi e scelte finalizzate a sostenere il principio della Parità di Genere in tutte le sue forme e attività, qui, nel nostro Consiglio comunale di Santo Stefano di Rogliano, la Sindaca Lucia Nicoletti e la sua “squadra”, avversavano- sostiene la capogruppo consiliare dell’opposizione Ida Paola Cerenzia- la proposta di Istituire la Commissione consiliare “ Pari Opportunità”. Un organismo che avrebbe dovuto svolgere importanti compiti tra cui : studiare, ricercare e individuare insieme nella sede istituzionale, programmi ed iniziative volte a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’ emancipazione di tutte le donne; obiettivo questo, peraltro, ripreso e annoverato tra i 17 Obiettivi di sviluppo Sostenibile che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030. La centralità delle questioni relative al superamento delle disparità di genere viene ribadita- sottolinea la capogruppo consiliare di Comune in Comune, Ida Paola Cerenzia anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per rilanciare lo sviluppo nazionale in seguito alla pandemia. Il Piano infatti, individua la Parità di genere come una delle tre priorità trasversali perseguite in tutte le missioni che compongono il Piano.
La Sindaca e la maggiorana consiliare hanno di nuovo sottovalutato il valore racchiuso nelle proposte di crescita culturale e politica propugnate dal nostro Gruppo consiliare; hanno e continuano a non comprendere come nessun Stato, ancora ad oggi, abbia realizzato la parità tra uomini e donne: i progressi sono lenti ed i divari di genere persistono nel campo del lavoro, a livello di retribuzioni, assistenza, pensioni. Per queste motivazioni il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e della emancipazione di tutte le donne- continua Ida Paola Cerenzia- è un obiettivo che rientra tra quelli inseriti nello Sviluppo sostenibile che gli Stati si sono impegnati a conseguire entro il 2030.
La maggioranza consiliare, – continua la capogruppo Cerenzia- rigettando la nostra proposta sottoscritta dai consiglieri di minoranza- ha fornito, per l’ennesima volta un “brutto esempio di lavoro istituzionale, accentuando le divisioni e i pregiudizi tra le parti”. E nel mentre la maggioranza in Consiglio comunale bocciava, senza alcun motivo l’Istituzione della Commissione Pari opportunità, in altre parti della nostra terra di Calabria si provvedeva a promuovere norme e percorsi diversi, dotando le istituzioni di strumenti per lottare le discriminazioni, le violenze e le disparità che emergono quotidianamente dalla cronaca tra generi diversi. L’esempio proviene dalla regione Calabria che nello stesso istante in cui si svolgeva il consiglio comunale, nel portale istituzionale veniva annunciata la convocazione del Consiglio regionale recante un unico punto all’ordine del giorno: “misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile”.
Nello stesso istante ad Abuja e in molte altre Città nigeriane si tenevano imponenti manifestazioni di protesta che la Camera bassa del parlamento nigeriano accettava di riconsiderare tre delle cinque proposte di legge sulla parità di genere respinte la scorsa settimana.
E mentre in altri luoghi si aprono orizzonti diversi per migliorare le condizioni della donna, qui a santo Stefano- conclude Ida Paola Cerenzia- per responsabilità della maggioranza , vengono alimentati pregiudizi e divisioni che rallentano lo sviluppo culturale e sociale della comunità locale, mortificando le funzioni stesse del Consiglio comunale.