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I polmoni verdi della Terra verso il collasso

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Amazzonia, Congo e Sud-est asiatico: i tre grandi bacini forestali al centro della Giornata mondiale delle Foreste Pluviali

Il 22 giugno si celebra il World Rainforest Day, un’occasione per riflettere sull’importanza vitale delle foreste pluviali e sulla crescente minaccia che incombe su di esse. I tre principali bacini forestali – Amazzonia, Congo e Sud-est asiatico – ospitano l’80% delle foreste tropicali del pianeta e oltre due terzi della biodiversità terrestre. Queste foreste, pur coprendo meno del 3% della superficie terrestre, regolano il clima, purificano acqua e aria, e sostengono oltre un miliardo di persone. L’Amazzonia, la più estesa tra le tre, rappresenta un terzo delle foreste pluviali rimaste e assorbe 100 milioni di tonnellate di CO₂ l’anno. Il bacino del Congo, secondo per grandezza, custodisce torbiere che immagazzinano emissioni equivalenti a dieci anni di CO₂ globali. Il Sud-est asiatico, terzo pozzo di carbonio al mondo, ha già perso 80 milioni di ettari in un decennio, minacciando specie iconiche come oranghi e tigri di Sumatra. Secondo il WWF, la deforestazione, l’espansione agricola e urbana, e il cambiamento climatico stanno spingendo questi ecosistemi verso un punto di non ritorno. Il rapporto Forest Pathways denuncia che il mondo è in ritardo rispetto agli impegni presi alla COP26 per fermare la perdita forestale entro il 2030. Nel 2023, il vertice dei Tre Bacini tenutosi in Congo ha promosso la cooperazione tra le regioni, ma senza raggiungere un’alleanza operativa. Il WWF chiede azioni concrete: stop ai sussidi dannosi, gestione partecipativa delle foreste da parte delle comunità locali, e maggiori investimenti da parte di governi, imprese e società civile. Le foreste pluviali sono indispensabili non solo per la biodiversità, ma per la sopravvivenza dell’intero pianeta. Proteggerle è una responsabilità collettiva e urgente.