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Giornata degli Uccelli Migratori: Perché Alcune Specie Migrano e Come Riescono a Individuare le Rotte?

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Oggi, 9 ottobre ” Giornata Mondiale degli Uccelli Migratori”, nota anche  come World Migratory Bird Day. Lo scopo di questa ricorrenza  è sensibilizzare sull’esistenza delle continue minacce che affrontano gli uccelli migratori, oltre a promuovere la consapevolezza della loro importanza e dell’urgente necessità di cooperare tra nazioni per la conservazione di questa specie, gravemente minacciata dai mutamenti climatici in corso.

La Giornata Mondiale degli Uccelli Migratori ha visto la luce circa 18 anni fa, durante la Convenzione di Bonn sulla salvaguardia delle specie animali in migrazione. L’obiettivo primario era sensibilizzare il mondo sull’importanza di questi animali, cercando al contempo di responsabilizzare i singoli cittadini riguardo al loro ruolo nella tutela della natura, al fine di evitare un futuro privo di uccelli migratori.

Questi uccelli si mettono in movimento alla ricerca di luoghi idonei per nidificare e di alimenti adeguati per nutrire le loro giovani generazioni. La migrazione è un complesso e fondamentale fenomeno che diventa imprescindibile per la sopravvivenza di queste creature.

Gli uccelli che compiono migrazioni presentano una struttura corporea e una fisiologia ottimali che consentono loro di effettuare spostamenti rapidi su lunghe distanze. Tuttavia, questo viaggio può risultare molto impegnativo e metterli alla prova. Ad esempio, il piovanello maggiore (Calidris canutus), un uccello trampoliere lungo circa 24 centimetri e con un peso di circa 220 grammi, si accoppia in Siberia e trascorre l’inverno lungo la costa occidentale dell’Africa (alcuni  raggiungono persino il Sud Africa). Durante la migrazione, perde quasi la metà del suo peso corporeo.

È evidente, quindi, che gli uccelli migratori raramente intraprendono un volo ininterrotto verso la loro destinazione finale. Piuttosto, spesso fanno delle pause durante il viaggio per riposare e nutrirsi. Il modo in cui gli uccelli migratori identificano le rotte migratorie non è ancora completamente compreso. Studi hanno suggerito che essi si orientano utilizzando il campo magnetico terrestre e sfruttando particolari recettori della luce presenti nei loro occhi.