La guerra, in qualsiasi modo la si affronti, è la fine della ragione. È la sconfitta dell’intelletto umano, la deriva dell’essere umano.
Tutti risultano sconfitti, tutti miserabilmente piegati dall’irrazionalità e, perché no, dall’ignoranza che distrugge il progresso, l’emancipazione e il rispetto tra gli uomini — compresi coloro che la guerra la dichiarano, la alimentano, la trasformano in invasione e in morte, anziché in civiltà. La guerra sarà pure una cuccagna per alcuni magnati che prosperano sulla sofferenza: con i loro mezzi sofisticati e tecnologicamente avanzati seminano angoscia, disperazione e distruggono vite appena affacciatesi al mondo, con il desiderio di viverlo, cambiarlo, farlo rifiorire. Si applaude alla guerra. Si applaude all’occupazione violenta di un metro di terra, calpestando i diritti di chi ci vive, di chi nulla ha a che fare con chi cerca solo di espandere un potere effimero, un dominio sterile, un’illusione di grandezza. Le guerre non finiranno mai, non si spegneranno mai.
Ci sarà sempre la stupidità umana a riaccendere le armi, ad armare mani innocenti — giovani trascinati da poteri dispotici a premere un bottone, a guidare droni della morte come fossero giocattoli.
Bambini che muoiono sotto i bombardamenti, vittime di guerre condotte da remoto, con strumenti precisi quanto disumani. E allora, armiamo pure i droni.
Ma facciamolo per trasportare pane, farmaci e libri.
Facciamolo per portare speranza, laddove il progresso fatica ad arrivare.
Solo così potrà davvero trionfare la ragione, l’amore per il prossimo, il senso più profondo dell’umanità. Solo così potremo sconfiggere la guerra — prima ancora che inizi, prima che annienti la dignità, la vita, e la stessa ragione umana.
Droni di Pace di Francesco Garofalo
Non più ronzio di guerra nell’aria,
non più pianto tra le macerie,
ma droni che volano bassi,
consegnano pane
alle bocche affamate
e libri
alle menti assetate.
Non più l’ombra della morte,
ma l’ala leggera della speranza,
che plana tra i vicoli
e sorvola i campi,
portando storie, cure,
e sogni impacchettati.
Un bambino alza lo sguardo,
non teme il cielo.
Sorride.
Sa che oggi la pioggia cade
di pagine e profumo di farina.
E se il futuro ha motori,
che siano al servizio della vita.
Che solchino il blu
per un mondo che legge,
che mangia,
che vive.
Dichiarazione di paternità dell’opera
La poesia intitolata “Droni di Pace” è opera originale di Francesco Garofalo, sociologo e direttore del giornale L’Eco della Valle (www.ecodellavalle.it). Ogni utilizzo, pubblicazione o riproduzione dell’articolo o della suddetta poesia dovrà riportare il nome dell’autore e la fonte, nel rispetto del diritto morale e intellettuale dell’opera.
