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Femminicidio: numeri drammatici. Dal Viminale i dati: in Italia, nel 2023 sono stati in totale 129 e tra questi 47 donne, di cui 37 (sono 39 ma il report è aggiornato al 28 maggio) sono state uccise in ambito familiare o affettivo mentre sono 22 quelle ammazzate per mano del partner o dell’ex partner

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L’ultimo in ordine temporale, certamente  anche uno dei più  aberranti  ed efferati, è quello della giovane  Giulia Tramontano, uccisa dal fidanzato al settimo mese di gravidanza. Il  brutale omicidio di Giulia Tramontano a Milano da parte del compagno e l’assassinio di una agente di polizia da parte di un collega alla periferia di Roma fanno salire a 47 il numero delle donne uccise dall’inizio dell’anno: di queste, 39 sono vittime di femminicidi, quasi otto al mese. Gli ultimi dati ufficiali a disposizione sono quelli aggiornati al 28 maggio dal Dipartimento di pubblica sicurezza nel report settimanale pubblicato sul sito del Viminale e pubblicati  dall’Ansa.it. Si evince che gli omicidi, in Italia, nel 2023 sono stati in totale 129 e tra questi 47 donne, di cui 37 (sono 39 ma il report è aggiornato al 28 maggio) sono state uccise in ambito familiare o affettivo mentre sono 22 quelle ammazzate per mano del partner o dell’ex partner. Dati incredibili se si pensa che siamo quasi a metà anno: nei primi 5 mesi dell’anno. Ma da cosa dipende questo comportamento omicida? Cosa fa scattare nell’uomo le pulsioni omicide? Quali sono i fattori che inducono una persona a compiere questi gesti estremi? Quali sono le cause e i fattori che contribuiscono a tali comportamenti violenti? Quanto incide l’educazione ai sentimenti e al rispetto di sé stesso e dell’altro? Quanto incide l’educazione emotiva, la parità di genere e la prevenzione della violenza? A queste complesse domande  tentiamo di fornire una risposta anche se, bisogna sempre tenere presente che l’uomo essendo una creatura complessa, è sempre altrettanto complesso esaminare  i meccanismi emotivi- relazionali  che contraddistinguono il vivere sociale di ciascun individuo nell’ambito della società.  Comprendere i fattori che contribuiscono alla violenza estrema, come le pulsioni omicide, e l’impatto che l’educazione può avere nel prevenire tali comportamenti è importante per prevenire brutali ed efferati delitti. Il femminicidio è un  fenomeno complesso e multifattoriale e in quanto tale è  influenzato da molteplici fattori sociali, psicologici e culturali.  Le domande che si pongono, di fronte a questo drammatico fenomeno sono le seguenti:

  1. Cosa fa scattare nell’uomo le pulsioni omicide?
  2. Quali sono i fattori che inducono una persona a compiere questi gesti estremi?
  3. Quali sono le cause e i fattori che contribuiscono a tali comportamenti violenti?
  4. Quanto incide l’educazione ai sentimenti e al rispetto di sé stesso e dell’altro?
  5. Quanto incide l’educazione emotiva, la parità di genere e la prevenzione della violenza?

Queste domande evidenziano l’importanza di comprendere i fattori che contribuiscono alla violenza estrema, come le pulsioni omicide, e l’impatto che l’educazione può avere nel prevenire tali comportamenti. tra i fattori che possono causare aggressioni e gesti estremi si individuano:

a) Fattori individuali: Alcuni  individui  potrebbero avere una predisposizione verso comportamenti violenti a causa di problemi di salute mentale, traumi infantili, disordini dell’impulso o problemi di gestione della rabbia. Questi fattori possono influenzare la capacità di una persona di regolare le proprie emozioni e rispondere in modo adeguato alle frustrazioni. Queste cause annientano il pensiero, la lucidità. Se il pensiero  arrivasse prima della violenza si eviterebbero molti casi di femminicidio e non solo.

b) Fattori socio-culturali: I ruoli di genere e gli stereotipi di genere radicati nella società possono contribuire all’insorgenza di pulsioni omicide. La cultura che promuove la dominanza maschile, l’idea di proprietà sulla partner o la mancanza di rispetto per l’autonomia e l’uguaglianza delle donne possono alimentare comportamenti violenti.

c) Fattori relazionali: Dinamiche di potere disfunzionali nelle relazioni intime, abuso emotivo o fisico, mancanza di comunicazione efficace e problemi di gelosia e possessività possono aumentare il rischio di violenza di genere. L’altra domanda da porsi e quanto incide l’educazione ai sentimenti, ai valori e al rispetto dell’altro nei comportamenti? L’educazione ai sentimenti, ai valori e al rispetto dell’altro può avere un impatto significativo nel prevenire il femminicidio. Un’educazione che promuove l’empatia, il rispetto reciproco, l’uguaglianza di genere e la gestione non violenta dei conflitti può contribuire a ridurre la violenza di genere. Alcuni punti  rilevanti  includono:

a) Educazione emotiva: Insegnare alle persone a comprendere ed esprimere le proprie emozioni in modo sano può aiutare a prevenire la violenza. L’educazione dovrebbe includere l’importanza dell’empatia e della consapevolezza delle emozioni al fine di promuovere relazioni sane,  rispettose, edificando  ambienti  privi di scene violente , di abusi di alcool, droghe, promuovendo la parità di genere e  incentivando processi cultura  e rispettosi della vita, ponendo al centro sempre il rispetto  dell’individuo.

b) Educazione alla parità di genere: Promuovere l’uguaglianza di genere e contrastare gli stereotipi di genere può aiutare a creare una società più equa. È fondamentale insegnare ai giovani che uomini e donne hanno gli stessi diritti e che nessuno dovrebbe subire violenza o discriminazione sulla base del genere.

c) Prevenzione della violenza: L’educazione alla prevenzione della violenza dovrebbe includere la consapevolezza degli abusi, l’insegnamento di strategie di risoluzione dei conflitti non violenta e l’encouragement di relazioni basate sul rispetto reciproco. L’educazione sulla prevenzione della violenza di genere dovrebbe essere integrata nei programmi scolastici e nelle campagne di sensibilizzazione per affrontare il problema fin dalla giovane età.

Inoltre, è importante coinvolgere anche la famiglia, i media e la società nel suo insieme per creare un ambiente che promuova relazioni sane e rispettose. La consapevolezza pubblica, l’accesso a servizi di supporto per le vittime di violenza di genere e l’applicazione efficace delle leggi contro la violenza possono anche contribuire a ridurre l’incidenza del femminicidio.

In conclusione, il femminicidio è un problema complesso che richiede una risposta multidimensionale. Combattere questa forma estrema di violenza richiede l’adozione di misure preventive a diversi livelli, tra cui l’educazione ai sentimenti, ai valori e al rispetto dell’altro. ( La redazione)