Il nostro giornale è lieto di ospitare il contributo di Luigi Michele Perri, fratello dell’autore del volume che sarà presentato a Rogliano sabato prossimo, 5 luglio, alle ore 18:00, presso la Villa comunale, alla presenza di autorità istituzionali, rappresentanti del mondo della cultura, giornalisti e scrittori. Un sentito grazie a Luigi Michele Perri, giornalista di lungo corso, penna brillante, scrittore attento e profondo, per questo prezioso intervento, che riportiamo in forma integrale.
“Con Evviva Rogliano, Ferdinando Perri firma un’opera che non è soltanto un omaggio alla propria terra, ma un atto d’amore per la lingua, i volti e la memoria condivisa di una comunità. Non solo. E’ un atto di resistenza al global, che annulla le identità, per affermare la dimensione del glocal, come perno strategico di affermazione della cultura della propria gente. Il volume raccoglie i versi, le canzoni, le commedie e i brani teatrali di Antonio Altomare, figura storica della Rogliano del Novecento, protagonista della gloriosa stagione della filodrammatica locale e raffinato osservatore del mondo popolare, con cui seppe intrattenere un dialogo continuo, ironico e appassionato.
Altomare, assistente parlamentare esperto dei corridoi di Montecitorio, ma soprattutto uomo di cultura e parola, recitava a memoria i versi di Giacosa e di Edoardo, frequentava intellettuali, e al tempo stesso conosceva ogni inflessione della lingua di casa sua. Il suo dialetto, nella centralità del casalino-apriglianese, non era per lui un codice domestico, ma uno strumento letterario. E nemmeno un semplice esercizio di scrittura, ma un modello di comunicazione e di storicizzazione dei tratti di una popolanità, che, per le sue suggestioni, non avrebbe meritato di essere dissolta dall’oblio o di finire scomparsa tra le fauci del vorace moloch della globalizzazione. Oggi, grazie alla sensibilità e alla cura di Ferdinando Perri, grazie al suo fiuto culturale, quegli scritti, altrimenti avviati al buio del definitivo abbandono, ritrovano luce e valore. Persino, vivacità e vitalità, soprattutto grazie ad alcune poesie, come quelle dedicate a Oscarino Giuliani e all’amico Ferruccio, che, per chi conosce la realtà locale, rappresentano autentici capolavori, per arte ritrattistica e analisi psicologica, applicate pittoricamente alle figure di personaggi simbolo della roglianesità.
Il lavoro di Perri, autore di oltre quaranta pubblicazioni, ormai riconosciuto come un giornalista e intellettuale di tutta avanguardia, non si limita all’archiviazione filologica, ma rilancia il dialetto come chiave di lettura di una storia collettiva, come luogo palpitante dell’identità. È il dialetto che fissa i tratti dei personaggi tipici della Rogliano d’altri tempi, ne riproduce con naturalezza tic, battute e vezzi, elevandoli a categoria dell’umano.
Quel vernacolo, che Luigi Accattatis, il grande linguista calabrese dell’Otto-Novecento, definiva «casalino-apriglianese» e collocava tra le parlate più rappresentative della regione, in Altomare diventa teatro e documento. Spettacolo e memoria. Non escursioni settoriali in serie, bensì espressioni sferiche d’un sistema culturale aperto e inclusivo. Arte, testimonianza, storia. La lingua è il punto d’arrivo, non il punto di partenza: essa custodisce un patrimonio affettivo e civile, non replicabile in altra forma.
Evviva Rogliano è, dunque, un libro che si legge come un album di famiglia, ma con la densità di un documento storico. Un invito, mai retorico, a riscoprire il valore della lingua madre, non come nostalgia, ma come voce che ancora può dire qualcosa, e più di qualcosa, al presente. E Perri, come sempre, riesce a tradurre questo messaggio con rigore e passione”.
Luigi Michele Perri
