Deceduta all’età di 101 anni, di Maria Fux, la ballerina e coreografa argentina, pioniera nel campo della danzaterapia. Ha lasciato un’eredità di valore inestimabile, grazie al suo contributo nella creazione di un sistema di danzaterapia dedicato ai disabili.
Motivata dalle difficoltà affrontate dalla figlia sorda di un’amica, Maria Fux sviluppò un metodo di danzaterapia che andò ben oltre il semplice insegnamento della danza. Questo la rese “una pioniera dell’inclusione”, come sottolineato dal Ministero della Cultura argentina. La sua visione audace ha permesso a molte persone con disabilità di sperimentare i benefici terapeutici del movimento e della danza.
La scuola Fux, da lei fondata, ha avuto un notevole impatto a livello globale, con filiali presenti in diversi paesi del globo. Grazie a questa diffusione, la danzaterapia di Maria Fux ha raggiunto persone in tutto il mondo, offrendo un’opportunità di crescita e guarigione attraverso l’espressione corporea.
Maria Fux aveva una visione della danza che andava oltre la mera sequenza di passi. Per lei, la danza rappresentava la vita stessa, un fluire di movimenti che riflettevano il continuo cambiamento. La sua dedizione e passione per la danza si sono mantenute intatte fino alla sua ultima apparizione in scena, all’età di 89 anni, e ha continuato a partecipare ad alcune classi anche quando ormai era centenaria.
Nata a Buenos Aires il 2 gennaio 1922 da genitori ebrei sfuggiti alle persecuzioni di Odessa, Maria Fux si appassionò alla danza leggendo l’autobiografia di Isadora Duncan. Questa passione la portò a esplorare varie forme di comunicazione non verbale e a studiare negli Stati Uniti con la celebre ballerina Martha Graham nel 1953. Successivamente, Maria Fux diventò solista del Teatro Colon di Buenos Aires tra il 1954 e il 1960, ma la sua vera missione fu quella di sviluppare e diffondere la danzaterapia nel mondo.
Il valore della danzaterapia di Maria Fux risiede nella sua capacità di fornire una forma di terapia e di espressione creativa che aiuta le persone a superare barriere fisiche ed emotive. Il suo metodo ha permesso a molte persone di riscoprire la connessione con il proprio corpo, migliorando l’autostima e contribuendo al loro benessere generale.
Il suo lascito sarà per sempre ricordato e continuerà a ispirare gli operatori della danzaterapia e coloro che credono nel potere trasformativo del movimento e della danza. Il mondo ha perso una grande persona, ma il suo spirito vivrà attraverso il suo prezioso lavoro e l’impatto positivo che ha avuto sulle vite di tante persone.