Che cosa vuol dire “amore”, come nasce, come si manifesta, come si sviluppa perchè affievolisce e muore. Come si riconosce il tipo di amore che si sta provando? Quali e quanti sono i tipi di amore nella vita? E ancora: l’amore può essere misurato? Esistono soggetti che provano paura di fronte all’amore? Che cosa significa amare e quali sono le fasi caratterizzanti del suo “manifestarsi”? Esiste l'”amore” perfetto, l’amore può ammalarsi e quindi rendersi curabile? Le domande che sorgono intorno all’amore, all’innamoramento, al modo di percepire e vivere le sue essenze, sono infinite e complesse. Fornire una risposta condivisa da tutti è un obiettivo impossibile. L ‘amore non a caso è l’argomento preferito dai poeti i quali attraverso questa forma d’arte danno sfogo alle passioni che fermentano nel proprio interno per comunicare e socializzare questa meravigliosa emozione. La schiera si amplia con cantanti, filosofi, romanzieri, sociologi appartenente ad ogni etnia e paese. Di fronte a questa “percezione irrazionale” così vasta e complessa, che sfugge a qualsiasi definizione univoca, il metodo migliore da attuare sarebbe quello di astenersi di scrivere, riflettere e porsi domande sull’argomento, così come stiamo per fare in questo articolo. L’amore come la bellezza non è descrivibile: colpisce, trafigge….Non si presta al racconto. Possiamo comunque affermare che l’amore, che ha fatto appunto parlare anche i “muti” e i soggetti ritenuti freddi e avversi, ha sempre prodotto “miracoli” in chi ha vissuto e vive questo stato emotivo, questo sentimento, questa emozione, questa piacevole tempesta ormonale che si registra in modo irrazionale e inconsapevole. Una definizione del termine, comunque, esiste nei dizionari, anche se – come detto- la formula non risulta da tutti condivisa. La definizione di “amore” varia anche a seconda la disciplina interessata. Le discipline umanistiche l’ affrontano in modo diverso dalla scienza. Tuttavia, se è vero che l’amore compie miracoli, provoca benessere, esistono persone che manifestano, perfino, paura di amare. Questo timore si chiama filofobia e si verifica più spesso di quanto si possa immaginare. Il termine, in inglese “philophobia”, deriva dal greco “φιλος” (amore) e “φοβία” (fobia) e fa riferimento alla paura o ansia eccessive, persistenti e ingiustificate di innamorarsi o amare una persona. Rientra nella categoria delle fobie specifiche. Non è difficile riconoscere il filofobico. Egli evita l’amore e sfugge accuratamente il coinvolgimento emotivo. Tante sarebbero le persone che affermano di avere paura di amare, anche se cercano affetto, intimità e stabilità. Ma la paura di soffrire è talmente elevata che supera il piacere di assaporare le farfalle che si manifestano nello stomaco. Si eleva a dismisura il bisogno di indipendenza per giustificare questa condizione. Oppure diventa difficile la vita di coppia con un filofobico in quanto la paura di amare si riversa anche sul partner il quale a sua volta non si sente amato e poco considerato. Chi ha vissuto e sofferto per amore è normale che si preoccupi quando la relazione si fa più seria e comincia a sentirsi sempre più legato emotivamente all’altro. Se il soggetto ha avuto esperienze negative, l’amore viene associato al dolore, alla delusione, alla frustrazione e non al piacere, alla felicità e al benessere. La delusione provata, la sofferenza ricevuta conduce, quindi, alla chiusura e all’eccessiva razionalizzazione, per tenere a bada ogni coinvolgimento emotivo. Amare significa perdere il controllo e affidarsi ai sentimenti. E il filofobico non riesce proprio ad abbandonarsi a questo sentimento, mettendo in atto una serie di comportamenti giustificativo. Attiva meccanismi di difesa che lo conducono ad allontanarsi invece di avvicinarsi a un potenziale partner. Dietro ogni paura sovente c’è una mancanza di fiducia, in se stessi o negli altri. E le esperienze vissute hanno un peso nelle relazioni che l’individuo intrattiene all’interno del vivere sociale ed emotivo. Nello specifico soffre di filofobia, anche se comprende di vivere una paura eccessiva, non riesce a trattenersi dal fuggire. Chi ha sofferto per amore è normale che si preoccupi quando la relazione si fa più seria e comincia a sentirsi sempre più legato emotivamente all’altro. Sono percezioni tipiche dell’inizio di una storia. L’individuo filofobico considera l’ amore una forma di debolezza, che produce vulnerabilità. Se, poi le esperienza vissute in passato sono state dolorose e deludenti, la paura di ripetere una brutta esperienza porta alla chiusura e all’eccessiva razionalizzazione, per tenere a bada ogni coinvolgimento emotivo. L’uomo, comunque, può anche fuggire alle relazioni per altre motivazioni e non necessariamente essere considerato filofobico. Bisogna comprendere bene il comportamento, prima di definire il soggetto incapace di amare per paura. Il filofobico ha paura di amare perché teme di non ricevere una idonea risposta al proprio bisogno. Crede, cioè, che la sua felicità dipenda dagli altri. In questa prospettiva, il rischio di sofferenza e di frustrazione è alquanto alto. Se il punto di partenza sono gli altri, se amare diventa un inferno perchè infligge ferite, diventa “normale” tenere lontani gli altri. Il fatto eclatante è che più si teme l’amore, meno si ama. Si crea quindi un circolo vizioso, perché se non si ama è difficile essere riamati, se non si pone fiducia verso l’altro è difficile ottenere fiducia. Riconoscere la pura di amare non è comunque facile in quanto può nascondersi dietro infinite giustificazioni. Quando la paura di amare determina un forte disagio, provoca infelicità e sofferenza, la strada da percorrere sarà quella di chiedere aiuto, rivolgendosi a professionisti seri per comprendere l’origine della paura e saper rispondere alle cause che hanno provocato le ferite, riscoprendo la bellezza, la forza e la felicità fornita dall’essere amato e di fornire amore. L’amore vive di stagioni, si modifica nel tempo ma conserva sempre un fascino particolare che da senso e significato alla vita individuale e sociale. E come qualsiasi altro sentimento che si rispetti e che si rivolge in diverse direzioni, necessita di essere alimentato, curato costantemente. Altrimenti finisce con l’affievolirsi fino ad arrivare alla estinzione. Ma quali sono le fasi che contraddistinguono l’amore? Come nasce l’amore romantico? Quando si afferma e si sviluppa? Tali argomenti saranno sviluppati nel prossimo articolo che sarà pubblicato sabato prossimo nello spazio dedicato all’amore. (FG)