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Comune Unico. La politica supera gli studi di fattibilità

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Rogliano – La fusione dei Comuni, stante alla volontà espressa dalla maggioranza dei cittadini nonché alla nuova visione culturale che si sta affermando all’interno delle politiche di sviluppo locale, è una necessità non più derogabile dalle istituzioni, legittimate a deliberare e legiferare in merito. Ulteriori rinvii e perplessità sui processi di semplificazione degli enti locali non potranno che incidere negativamente sulla vita gestionale dei Comuni medesimi, la stragrande maggioranza dei quali presenta serie criticità nel fare quadrare i rispettivi bilanci. Tuttavia, di fronte alle riconosciute criticità riscontrate nei gesti amministrativi quotidiani, analizzate e denunciate dagli stessi sindaci, amministratori ed esponenti del consiglio regionale, ancora oggi si tentenna di fronte alla necessità di rivedere gli atavici territori di competenza, di unificare le risorse per onorare i principi di efficienza, efficacia ed economicità richiesti dalle norme vigenti ma soprattutto dalle comunità che non sostengono più gli alti oneri da versare alle casse comunali per la gestione dei servizi, sovente gestiti male ed erogati in modo pessimo.
La fusione dei Comuni non si annovera tra i progetti di natura “tecnica”, legata ad una funzione ingegneristica . E’ qualcosa in più di un elaborato che richiede studi di “fattibilità”, comprendente meri aspetti economici ( analisi costi- benefici) e tecnici. L’idea di ridurre il complesso numero dei comuni, accorpando in un’unica entità quelli che presentano omogeneità territoriale, significa prendere atto dei fatti sociali registrati dalla costruzione delle politiche comunali e riportarli negli atti deliberativi dei singoli consigli comunali e nella legislazione regionale.
Non richiede “studi di fattibilità”, di analisi economiche complesse, di proiezioni e statistiche. Non si tratta di svolgere un lavoro che ha un inizio ed una fine. Mettere nero su bianco la volontà di realizzare, all’interno del comprensorio Savuto, la “città Città Parco del Futuro” e di tante altre realtà che presentano affinità territoriali , risponde ad un bisogno di natura politica istituzionale. E la politica in quanto fatta di idee, di arte, di capacità di governare una comunità con saggezza e spirito di servizio, non richiede studi di fattibilità che renderebbero asfittico il significato stesso di “fare politica”. Avallare il Comune Unico è una scelta valoriale, non determinata o influenzata dalle dimensioni tecniche ed economiche. In tal senso la regione Calabria, in primo luogo, dovrebbe investire risorse in termini legislativi, organizzativi e finanziari nei processi di riordino territoriale. Non può semplicemente prendere atto delle istanze dei cittadini, ma deve dotarsi di una legge chiara che contempli l’individuazione di adeguate risorse, indichi metodi e consolidi il moderno percorso di riordino del sistema dei governi territoriali.
Le nuove identità comunali che si andranno a costituire prefigureranno la sintesi di un percorso politico che nel comprensorio Savuto affonda le proprie radici in Rostema, espressione politico- culturale nel voler far sistema attraverso un unico organismo di governo del territorio. Ascoltare il silenzio con cui la stragrande maggioranza dei sindaci e degli amministratori locali attuali si relazionano con l’idea del Comune Unico, incentiva il processo di allontanamento dei giovani verso la politica, incentrata a tutelare meri egoismi del singolo e di parte a scapito dell’interesse delle comunità