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Candela di Tradizione: la “Focara” del 24 dicembre nel cuore del Savuto

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Le festività natalizie nell’area del Savuto sono un affascinante mosaico  di tradizioni, avvolgenti sapori, calore umano e cromatismi vibranti. Le famiglie di questo comprensorio, collocato a sud della città  Bruzia, attribuiscono un’importanza particolare al periodo natalizio, cercando, quando possibile, di riunire parenti per celebrare insieme l’evento e scambiarsi gli auguri allo scoccare della mezzanotte, talvolta accompagnati dal suggestivo  fuoco pirotecnico.  Un aspetto culinario distintivo di questa tradizione è la preparazione, soprattutto per la Vigilia di Natale del 24 dicembre, di ben 13 portate. Tra le tradizioni musicali che emergono con vivacità, spicca la “strenna”, un canto augurale che molte comunità continuano a custodire. In passato, artisti ambulanti percorrevano le strade annunciando con fervore la nascita di Cristo, accompagnando gli inni con strumenti come fisarmonica, tamburello, mandolino e chitarra. Gli zampognari, con la loro esecuzione di canti popolari natalizi e brani legati alle festività, contribuivano  a creare un’atmosfera magica. Oggi pochi sono gli artisti che suonano le  zampogne.  I presepi viventi, invece,  sono ormai una caratteristica distintiva del Natale in diversi borghi del Savuto. Un esempio significativo è il Presepe vivente di Panettieri, coinvolgendo l’intera comunità nella rappresentazione della natività. Tra le tradizioni natalizie calabresi, spicca l’importante rituale della Focara, anche se in alcune zone è purtroppo caduto in disuso. Si tratta di un imponente falò acceso la sera del 24 dicembre in luoghi centrali del paese. Questa usanza, conosciuta anche come “Focara”, resiste al trascorrere del tempo. La disposizione della legna a forma di cono arde anche il giorno successivo. Durante la notte, i giovani del luogo si riuniscono attorno al fuoco per assorbire il calore della legna ardente, consumando insieme bevande e gustose pietanze culinarie. Questa pratica antica, forse derivante dall’importazione del mito del Dio Mitra dai Romani, simboleggia la rinascita della luce durante il solstizio d’inverno.

In tempi passati, secondo quanto tramandato dai nonni, ogni famiglia posizionava la legna per la “Focara” davanti alla propria abitazione, raccolta successivamente dai giovani del luogo per costruire una piramide di legna nelle piazze del paese, utile per alimentare il fuoco di mezza notte. Il calore emanato confortava i fedeli usciti dalla Chiesa dopo la Santa messa di mezza notte. Attorno al falò si organizzavano balli e canti natalizi, accompagnati dagli amati strumenti musicali della tradizione del Savuto: fisarmonica e chitarra, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino proveniente dai vigneti locali.