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8 agosto 1959. Muore don Luigi Sturzo, simbolo del cattolicesimo democratico e fondatore del Partito Popolare Italiano

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8 agosto 1959 – Muore don Luigi Sturzo, una delle personalità politiche italiane più complesse della storia del Ventesimo secolo, simbolo di un cattolicesimo democratico che non si volle piegare al fascismo.  Nato il 26 novembre 1871 a Caltagirone, in Sicilia, e deceduto l’8 agosto 1959, è stato un sacerdote cattolico e politico che ha avuto un impatto significativo sulla politica italiana, soprattutto nel periodo tra le due guerre mondiali. Fondò il Partito Popolare Italiano  nel 1919, un partito politico di orientamento cattolico e democratico. Le idee e la figura di Don Luigi Sturzo sono ancora pertinenti nel contesto politico italiano odierno, sebbene il Partito Popolare Italiano abbia subito evoluzioni e trasformazioni nel corso degli anni. Alcuni punti chiave delle sue idee includono: Cristianesimo Sociale: Sturzo promosse il concetto di “Cristianesimo Sociale”, che cercava di applicare i principi della dottrina sociale della Chiesa cattolica ai problemi e alle questioni sociali ed economiche del suo tempo. Questa idea potrebbe essere ancora rilevante nel contesto della politica italiana, poiché i partiti di ispirazione cattolica possono cercare di incorporare principi etici e sociali nella loro agenda politica. Democrazia e Partecipazione: Sturzo sostenne l’importanza della democrazia e dell’apertura politica. Nel contesto attuale, la promozione della partecipazione democratica e l’accento sulla trasparenza potrebbero ancora essere temi pertinenti, specialmente in un’epoca in cui la fiducia nelle istituzioni politiche può essere in discussione. Dialogo tra fedi: Sturzo cercò di creare un ponte tra la Chiesa cattolica e altre fedi, promuovendo il dialogo interreligioso. In un’epoca in cui la diversità religiosa è una realtà in Italia, queste idee di dialogo e comprensione reciproca possono essere ancora rilevanti per promuovere la coesistenza pacifica. Lotta contro l’estremismo: Sturzo si oppose sia al fascismo che al comunismo, cercando una via di mezzo che promuovesse la giustizia sociale e la libertà individuale. Questa prospettiva di cercare un equilibrio tra le diverse ideologie potrebbe avere delle analogie con gli sforzi di costruire coalizioni e alleanze politiche nel panorama italiano attuale.

Tuttavia, va notato che il contesto politico italiano è cambiato notevolmente dal periodo in cui Don Luigi Sturzo è stato attivo. I partiti politici e le loro posizioni sono evoluti in risposta ai cambiamenti sociali, economici e culturali. Molti dei partiti che sono emersi dalla tradizione del Partito Popolare Italiano hanno cambiato il loro orientamento e le loro priorità nel corso degli anni. Quindi, sebbene le idee e la figura di Don Luigi Sturzo possano ancora influenzare alcune dinamiche politiche, è importante considerare che il panorama politico è complesso e in costante evoluzione.

Il  18 gennaio 1919, la Commissione provvisoria del Partito Popolare Italiano lanciava l’Appello ai «liberi e forti» rivolto a quanti, «uomini moralmente liberi e socialmente evoluti», erano disposti a impegnarsi a sostenere un progetto politico e sociale per l’Italia all’indomani della Prima guerra mondiale. Tra i membri della Commissione provvisoria, guidata da Luigi Sturzo, vi erano Giovanni Bertini, Giovanni Bertone, Stefano Gavazzoni, Achille Grandi, Giovanni Grosoli, Giovanni Longinotti, Angelo Mauri, Umberto Merlin, Giulio Rodinò, Carlo Santucci.

Il sacerdote siciliano, con   l’appello ai liberi e ai forti, redatto dalla Commissione provvisoria del Partito Popolare Italiano, il 18 gennaio 1919,  fonda  il Partito Popolare Italiano per strutturare l’impegno dei cattolici in politica.

 L’appello accetta ed esalta  il ruolo della Società delle Nazioni, difende “le libertà religiose contro ogni attentato di setta”, il ruolo della famiglia, la libertà d’insegnamento, il ruolo dei sindacati. Si pone particolare attenzione a riforme democratiche come l’ampliamento del suffragio elettorale, compreso il voto alle donne, si esalta il ruolo del decentramento amministrativo e della piccola proprietà rurale contro il latifondismo

E’ bene ricordare  che  numerose  di queste posizioni non erano del tutto accettate dalla società di inizio ‘900. Il ruolo delle donne nella società, come quello dei sindacati o dei comuni non era patrimonio comune della nazione. Soprattutto da parte della gerarchia il ruolo dei sindacati, nonostante l’enciclica Rerum novarum di papa Leone XIII, continuava ad essere poco gradito.

Inviso al fascismo,  venne di fatto  esiliato dal 1924 – facendo tappa a Londra, Parigi e New York – fino al ritorno in Patria nel 1946.

Il  Presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel 1952 decide di nominare Don Luigi Dturzo, senatore a vita.  Il sacerdote siciliano, fondatore del Parftito Popolare,  accetta la nomina solo dopo aver ricevuto il permesso da parte di Papa Pio XII.

Il 24 novembre 2017 si è  conclusa  a Roma la fase diocesana della causa di beatificazione, dopo circa 20 anni di lavoro. L’incartamento è ora all’esame della Congregazione per le Cause dei Santi.