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Addio a De Mita, intellettuale della politica intesa come missione e servizio. Oggi a Nusco i funerali solenni

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Oggi, alle ore 18,30  il rito, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.  Novantaquattro anni compiuti  lo scorso mese di  febbraio, Ciriaco de Mita, è  deceduto ieri alle prime luci del giorno nella casa di cura Villa dei Pini di Avellino, dove si trovava ricoverato per un periodo di riabilitazione dopo un attacco ischemico e la rottura del femore il 10 aprile scorso. Nel 2014 l’ex leader della Dc e presidente del Consiglio Ciriaco De Mita venne eletto sindaco di Nusco, paese di 4 mila abitanti nel cuore dell’Irpinia che gli aveva dato i natali. Eletto a 86 anni con l’80 per cento dei voti, De Mita giurò in una affollatissima sala del palazzo Pepe-Della Vecchia. “Quando la politica è mestiere deve essere breve, quando è pensiero può essere a vita”, diceva Ciriaco De Mita ospite di Mentana su La7.  E’ stato uno dei più grandi uomini politici della nostra storia recente. Eletto tre volte segretario Dc,  è stato presidente del Consiglio ai tempi di Gorbaciov.  E’ stato proprio Ciriaco de Mita a proporre i nomi di Sergio Mattarella, Romano Prodi sulla scena politica. Proveniente da una famiglia umile, padre sarto, madre casalinga,  frequentò il liceo classico  a Sant’Angelo dei Lombardi.  Grazie ad una borsa di studio del Collegio Augustinianum riuscì  a continuare gli studi all’Università Cattolica di Milano, dove si laureò  in giurisprudenza e dove strinse i suoi primi sodalizi importanti e decisivi per il futuro politico. Nell’Università divenne punto di riferimento di un gruppo di studenti del Sud, uniti dalla passione civile e politica. Amici inseparabili  con Riccado Misasi,   serviranno entrambi   la politica e le istituzioni con alto senso di servizio, ritenendo la politica una missione.  L’elezione a deputato arriva  il  1963, a soli  35 anni, eletto nella sua Irpinia dove un gruppo di giovani da lui guidato (che annovera fra gli altri Nicola Mancino, Giuseppe Gargani, Salverino De Vito, lo stesso Bianco, giornalisti come Biagio Agnes, che poi diventerà presidente della Rai, e Antonio Aurigemma) si ritrova sulle posizioni di Fiorentino Sullo (giovanissimo costituente irpino poi ministro dei Lavori pubblici e della Pubblica istruzione) prima di una dolorosa rottura registrata a fine anni 60, al termine della quale De Mita, affrancatosi dal suo leader di riferimento, inizia la sua ascesa.

Il suo auspicio, per il futuro del Paese, era che la gente tornasse a capire il valore della politica, la sua passione di una vita. Alle prossime elezioni ci sarà bisogno di una forza politica che riempia il vuoto di rappresentanza di quella parte di società che aspira al cambiamento, ma rifiuta le avventure», disse in un recente colloquio con un noto giornalista.