Nel giorno della Liberazione, il ricordo del sacrificio dei giovani del Sud che combatterono al Nord, tra pregiudizi, silenzi storici e atti di eroismo. La storia di Eugenio Garofalo e di chi lottò per un’Italia libera e unita.
Il 25 aprile rappresenta una delle pagine più significative della storia italiana: è il giorno in cui le forze della libertà trionfarono su quelle dell’oppressione, grazie al coraggio e al sacrificio dei partigiani che si opposero al regime fascista e all’occupazione nazista. Uomini e donne appartenenti a diverse ideologie — socialisti, comunisti, cattolici, democratici — si unirono sotto un’unica bandiera: la libertà. Nonostante le differenze politiche, li accomunava la volontà di porre fine a una dittatura disumana. La loro lotta clandestina, spesso condotta tra le montagne e le campagne, è ancora oggi un simbolo di resistenza morale e civile. Tra questi combattenti, un ruolo tutt’altro che marginale fu quello dei giovani calabresi, spesso dimenticati dalla narrazione ufficiale. Molti di loro, soldati di leva in servizio nelle regioni del Nord, decisero di abbandonare le armi dell’esercito fascista per unirsi ai gruppi partigiani. Non conoscevano le montagne piemontesi, né erano preparati al gelo, alla fame e alla ferocia della repressione. Ma portavano con sé la tenacia appresa nelle terre dure del Sud e il sogno di un’Italia giusta.

Eugenio Garofalo, classe 1924, di Santo Stefano di Rogliano, è una delle figure simboliche di questo impegno civile e morale. La sua storia, ricostruita con amore dalla sezione ANPI di Cosenza, è una delle tante testimonianze di giovani meridionali che, con coraggio e umiltà, hanno scritto una pagina fondamentale della nostra democrazia. La scritta “Patria… senza macchia e senza paura”, immortalata su un’auto partigiana, non è solo un motto: è un manifesto etico. Racchiude in sé il valore dell’onestà, del coraggio e dell’appartenenza. Era l’ideale a cui i partigiani calabresi si ispiravano, combattendo una doppia battaglia: contro il nemico e contro il pregiudizio che li voleva estranei alla Resistenza. Anche in Calabria, oggi, il 25 aprile si celebra con iniziative che coinvolgono scuole, associazioni e istituzioni. A Cosenza, Lamezia Terme, Reggio Calabria e in molti piccoli comuni, si organizzano letture pubbliche, mostre, cerimonie e camminate della memoria. Si ricordano i nomi — spesso scomparsi dai libri — di quei ragazzi calabresi che hanno donato la vita per la libertà di tutti.
Eppure, non esiste ancora un elenco completo dei partigiani calabresi. Molti operarono sotto pseudonimi, altri furono dimenticati. Ma grazie al lavoro delle associazioni e delle famiglie, la memoria si ricostruisce, pezzo dopo pezzo, come un mosaico prezioso. Oggi più che mai, è nostro dovere trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. Non per celebrare il passato, ma per costruire un futuro consapevole, fondato su quei valori — libertà, giustizia, solidarietà — per cui Eugenio Garofalo e tanti altri combatterono senza macchia e senza paura.