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Giornata europea e mondiale contro la pena di morte, 10 ottobre 2021: dichiarazione comune dell’alto rappresentante, a nome dell’Unione europea, e della segretaria generale, a nome del Consiglio d’Europa.

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Giornata europea e mondiale contro la pena di morte, 10 ottobre 2021: dichiarazione comune dell’alto rappresentante, a nome dell’Unione europea, e della segretaria generale, a nome del Consiglio d’Europa. 

L’Unione europea e il Consiglio d’Europa,  inoltre, in occasione dell’importante  ricorrenza , ribadiscono la loro ferma opposizione alla pena capitale sempre e in qualsiasi circostanza. La pena di morte è una punizione crudele, inumana e degradante in violazione del diritto alla vita. La sua abolizione è fondamentale per garantire il rispetto della dignità umana.

La Giornata mondiale di quest’anno è dedicata alle donne. Nonostante le donne rappresentino una piccola percentuale delle condanne a morte a livello mondiale, la discriminazione basata sul genere continua a colpire le donne a tutti i livelli del sistema giudiziario penale.  Esistono Paesi in cui  le donne  vengono  condannate in numeri maggiori rispetto agli uomini per reati legati alla moralità sessuale, come l’adulterio.  Ancora le circostanze attenuanti connesse alle violenze e agli abusi basati sul genere sono raramente prese in considerazione durante il procedimento penale.

L’abolizione della pena di morte è prima di tutto una questione di volontà politica. Accogliamo con favore il fatto che continua a diminuire il numero di paesi dove ancora avvengono esecuzioni. Lo scorso anno non si sono verificate esecuzioni in 176 paesi, che rappresentano il 91 % degli Stati membri delle Nazioni Unite. Ogni anno si registrano nuove tappe verso l’abolizione mondiale della pena di morte. L’8 ottobre la Sierra Leone ha abolito la pena di morte. Negli Stati Uniti quest’anno la Virginia si è aggiunta al novero degli Stati che hanno abolito la pena di morte. L’intenzione del presidente Biden di abolire la pena di morte a livello federale negli Stati Uniti, nonché la moratoria sulle esecuzioni imposta dal procuratore generale degli Stati Uniti, sono passi importanti per il futuro. L’Armenia ha ratificato il secondo protocollo facoltativo sull’abolizione della pena di morte e il Kazakhstan sta completando il processo di ratifica. Esortiamo la Bielorussia a procedere all’abolizione.

Diamo uno sguardo ai dati contenuti nel Rapporto  2020 DI AMNESTY INTERNATIONAL SULL’USO DELLA PENA DI MORTE NEL MONDO . Ammontano  483 le  esecuzioni nel mondo nel 2020.  Come si può notare neanche la pandemia da COVID-19  è riuscita a bloccare  la pena di morte nel 2020 sebbene si sia registrata una riduzione significativa delle esecuzioni, 483 quelle contate da Amnesty International, il dato più basso registrato in oltre un decennio.  E’ quanto emerge dal Rapporto annuale di Amnesty sulla pena di morte. La flessione sarebbe dovuta soprattutto all’Arabia Saudita, dove le esecuzioni registrate sono scese dalle 184 nel 2019 a 27 nel 2020, e all’Iraq, dove le esecuzioni risultano più che dimezzate, passando da 100 nel 2019 a 45 nel 2020.   , come sempre, sono esclusi i Paesi che classificano i dati sulla pena di morte come segreti di stato o per i quali sono disponibili informazioni limitate (Cina, Corea del Nord, Siria e Vietnam), anche se proprio la Cina resta presumibilmente “il primo boia al mondo” con migliaia di morti ogni anno. Dietro, quattro Paesi raccolgono l’88% delle esecuzioni registrate: Iran, Egitto, Iraq e Arabia Saudita. Ma ci sono anche buone notizie: l’abolizione della pena capitale in Ciad e nello stato del Colorado, l’impegno del Kazakhistan ad abolirla e la cancellazione dell’obbligatorietà della condanna nelle Barbados.https://d21zrvtkxtd6ae.cloudfront.net/public/uploads/2021/04/Rapporto-sulla-pena-di-morte-nel-2020-ACT-50-3760-2021.pdf

Porre fine al commercio di merci utilizzate per la pena capitale è particolarmente importante per eliminare la pena di morte. Rispecchiando il regolamento dell’UE contro la tortura, quest’anno il Consiglio d’Europa ha adottato una raccomandazione che mira a porre fine alla partecipazione europea a questo terribile commercio (raccomandazione CM/Rec (2021) 2 relativa a “misure contro il commercio di merci utilizzate per la pena capitale, la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti”). Incoraggiamo tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa ad attuarla. Contiamo sugli Stati membri del Consiglio d’Europa che non hanno ancora aderito ai pertinenti protocolli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo a farlo senza indugio. Attualmente partecipano all’Alleanza mondiale per un commercio libero da tortura 62 Stati. Esortiamo tutti i paesi ad aderire all’Alleanza e a intensificare gli sforzi per stabilire norme internazionali comuni in materia di commercio senza tortura.

In vista del Congresso mondiale contro la pena di morte del 2022, continueremo a sostenere un dibattito pubblico più ampio e attività di sensibilizzazione in merito alla pena di morte e al suo drammatico impatto sulle famiglie e sulle società. Proseguiremo i nostri sforzi, la nostra vigilanza, il nostro dialogo con i paesi che non hanno ancora abolito la pena di morte e il nostro sostegno alla società civile e alle ONG fino a quando non verrà applicata nessuna nuova condanna a morte.

Fonte: https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2021/10/08/european-and-world-day-against-the-death-penalty-joint-statement-by-the-high-representative-on-behalf-of-the-european-union-and-the-secretary-general-on-behalf-of-the-council-of-europe/https://www.nev.it/nev/2021/10/07/10-ottobre-giornata-mondiale-contro-la-pena-di-morte/