Dalla Dichiarazione del 1776 alle celebrazioni moderne: tra barbecue e patriottismo, una festa che unisce il passato con le sfide del presente
ROGLIANO – Ogni anno, il 4 luglio, gli Stati Uniti celebrano il loro compleanno con una miscela inconfondibile di storia, orgoglio nazionale e tradizioni popolari. È la giornata in cui gli americani commemorano la firma della Dichiarazione d’Indipendenza del 1776, il documento che sancì la rottura formale con la Gran Bretagna e la nascita di una nuova nazione, fondata – almeno in teoria – sui principi di libertà, uguaglianza e autodeterminazione. La storia ha radici profonde: fu il 2 luglio che il Congresso adottò la risoluzione d’indipendenza proposta da Richard Henry Lee, ma il 4 luglio venne ufficializzata la Dichiarazione, redatta da Thomas Jefferson e approvata con entusiasmo dai delegati delle tredici colonie. Una data che divenne subito emblematica, tanto che già nel 1777 a Filadelfia si festeggiava con fuochi d’artificio, parate e suono di campane. Nel corso dei secoli, la ricorrenza ha assunto un carattere sempre più inclusivo e spettacolare. Dal 1870 è festa federale e, dal 1941, retribuita per tutti. Oggi il 4 luglio è sinonimo di picnic, concerti, partite di baseball e spettacoli pirotecnici che illuminano il cielo da New York a Los Angeles. Tra i più noti, il Macy’s Fireworks Show nella Grande Mela e il “Welcome America” Concert a Filadelfia, città simbolo dell’indipendenza.
Ma non è solo una festa di luci e bandiere. Negli ultimi anni, il 4 luglio si è arricchito anche di una dimensione più riflessiva. Cresce la consapevolezza che i valori proclamati nel 1776 – libertà, giustizia, diritti inalienabili – non sono stati applicati in modo uniforme. Le parole di Frederick Douglass, ex schiavo e grande oratore dell’Ottocento, ancora oggi risuonano con forza: “Che cosa rappresenta per lo schiavo il 4 luglio?” chiedeva nel 1852, denunciando l’esclusione di milioni di persone dai diritti celebrati. Anche oggi, diverse comunità – afroamericani, indigeni, donne, LGBTQ+ – ricordano come la promessa dell’uguaglianza resti in parte disattesa. Per questo, accanto alla festa, si moltiplicano le iniziative culturali e sociali: letture pubbliche della Dichiarazione, concerti a tema, rievocazioni storiche, ma anche momenti di confronto sul senso attuale della libertà in un’America sempre più divisa su diritti civili, disuguaglianze e rappresentanza democratica. Guardando al 2026, quando si celebrerà il 250° anniversario dell’indipendenza, il dibattito si fa ancora più intenso. L’obiettivo? Riscoprire il significato profondo del 4 luglio non solo come evento patriottico, ma come impegno collettivo per un’idea di democrazia più inclusiva, partecipata e responsabile.

In definitiva, il 4 luglio resta una giornata unica nel calendario americano: unisce memoria e festa, passato e futuro. E mentre le famiglie si radunano per il tradizionale barbecue sotto un cielo illuminato dai fuochi, è forse proprio quella scintilla a ricordarci che la libertà, per restare viva, ha bisogno di consapevolezza, dialogo e partecipazione.