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25 Novembre: onore alle Sorelle Mirabal e battaglia permanente contro la violenza sulle donne. Femminicidio in Italia: oltre i 100 casi nel 2023, un urlo di sveglia per una società che deve cambiare

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La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall’ Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione  54/134 del 17 dicembre 199. Ogni anno il 25 novembre si celebra giornata internazionale contro la violenza sulle donne e sul femminicidio.  La data del  25 novembre non è una data scelta a caso dall’ONU: ricorre infatti l’anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, tre coraggiose donne rivoluzionarie, che furono massacrate nel 1960.   La foto in cui  le sorelle Mirabal appaiono piene di energia e sorridenti: Patria MercedesMaría Argentina Minerva e Antonia María Teresa. Brutalmente uccise il 25 novembre del 1960 dal regime del dittatore Trujillo verso il quale  avevano tentato di opporsi. Questo evento e questa data sono stati scelte dall’ONU come simbolo della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra in tutto il mondo nello stesso giorno.

Le sorelle Mirabal

Le sorelle Mirabal provenivano da una famiglia benestante che – come molte altre famiglie – era stata espropriata dei suoi beni dal regime; erano donne colte e decisero di organizzarsi per combattere contro le atrocità commesse da Trujillo. Insieme ai loro mariti diedero vita al “Movimento 14 giugno“, gruppo politico di opposizione clandestina che prese piede in tutto il paese.  I componenti che ne facevano parte vennero perseguitati e molti incarcerati, comprese le sorelle Mirabal e i loro coniugi. Le donne furono poi liberate ma uccise brutalmente in un agguato: mentre si recavano in macchina a visitare i loro coniugi nella prigione di Puerto Plata, l’auto fu fermata dal Servicio de Inteligencia Militar, le passeggere fatte scendere e, condotte in una piantagione di zucchero, furono uccise a bastonate.

 L’odierna ricorrenza segna anche l’inizio dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” che precedono la Giornata mondiale dei diritti umani il 10 dicembre di ogni anno, promossi nel 1991 dal Center for Women’s Global Leadership (CWGL) e sostenuti dalle Nazioni Unite, per sottolineare che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. In molti paesi, come l’Italia, il colore esibito in questa giornata è il rosso e uno degli oggetti simbolo è rappresentato da scarpe rosse da donna, allineate nelle piazze o in luoghi pubblici, a rappresentare le vittime di violenza e femminicidio. L’idea è nata da un’installazione dell’artista messicana Elina ChauvetZapatos Rojos, realizzata nel 2009 in una piazza di Ciudad Juarez, e ispirata all’omicidio della sorella per mano del marito e alle centinaia di donne rapite, stuprate e assassinate in questa città di frontiera nel nord del Messico, nodo del mercato della droga e degli esseri umani. L’iniziativa è stata replicata successivamente in moltissimi paesi del mondo.  La campagna in Italia viene in particolar modo portata avanti dal Centro antiviolenza e dalle Associazioni di donne impegnate nell’ambito della Violenza contro le donne. Gli eventi in programma per la giornata del 25 novembre sono diversi e tutti sottolineano che  ogni dì è il 25 novembre, perché ogni giorno le donne  sono oggetto   di violenza maschile.

Il dato che l’Italia si trova tra i 5 paesi europei con il più alto numero di donne vittime di femminicidio è preoccupante e riflette una seria emergenza sociale. Il femminicidio rappresenta la forma più estrema di violenza di genere, e il fatto che il numero di casi superi i 100 da inizio 2023 evidenzia la gravità del problema.

Queste storie drammatiche e simili tra loro mettono in luce la necessità di affrontare urgentemente la violenza di genere in tutte le sue forme. La violenza contro le donne non è solo un problema individuale, ma riflette dinamiche più ampie nella società, tra cui disuguaglianze di potere, stereotipi di genere e mancanza di rispetto per i diritti delle donne.

È essenziale che le autorità, la società civile e le istituzioni lavorino insieme per prevenire la violenza di genere, proteggere le vittime e perseguire coloro che commettono atti violenti. Ciò implica l’implementazione di politiche efficaci, l’educazione sulla parità di genere, la sensibilizzazione e il sostegno alle vittime.

La consapevolezza di questi dati dovrebbe motivare la società a promuovere un cambiamento culturale che sfidi le radici profonde della violenza di genere. Inoltre, è fondamentale fornire alle donne risorse e supporto per allontanarsi da situazioni di pericolo e avere accesso a servizi di assistenza.

In sintesi, il dato sull’Italia richiama l’attenzione sulla necessità di un impegno collettivo per creare una società in cui le donne possano vivere libere dalla paura della violenza e in cui ogni caso di femminicidio rappresenti un’occasione per riflettere e agire