20 marzo 2021: Giornata della felicità. In attesa di riconquistare il piacere delle libertà represse, cogliamo nei piccoli gesti consumati tra le mura domestiche, le emozioni positive.
E’ vero: parlare di felicità oggi, in tempo di Pandemia da Coronavirus sembra fuori luogo e per certi versi provocatorio ed irritante.
Le paure, le diffidenze e le immense sofferenze patite, le migliaia di decessi registrati a causa di questo stramaledetto Virus, hanno preso il sopravvento e ridotto le opportunità di gustare il piacere delle emozioni positive.
Eppure di fronte a questa alternanza di ansia, incertezza, paure e afflizioni, soffermarsi a riflettere sul valore delle emozioni positive, ricordare che esiste la felicità e che essa può essere colta anche nei piccoli gesti quotidiani, non è un fatto da poco conto. Il pensiero può essere dominato e di conseguenza può essere diretto verso ciò che piace senza comunque accrescere l’ansia di ricerca della felicità a tutti i costi.
La ricorrenza odierna ricorda a ciascuno di Noi che la ricerca della felicità rientra tra gli scopi fondamentali di ogni singolo individuo e passa anche attraverso l’attività educativa e di crescita della consapevolezza pubblica.
La giornata di oggi, insomma, rappresenta un invito a promuovere il benessere fisico e psichico in un momento difficile della vita di tutti i popoli, fortemente repressi e turbati dalle vicende che la cronaca quotidiana propone con crudeli immagini e commenti audio.
Oggi, quindi, è una giornata benevola che induce ciascuno di Noi a soffermarsi sul vero significato della vita, a soffermarsi sul valore che assumono i piccoli gesti nella vita quotidiana; sul significato umano e sociale dello stare e vivere insieme, sul mistero della vita e sulle virtù che si racchiudono in un semplice sorriso. L’elenco potrebbe essere lungo e ciascuno individuo può cogliere il significato di questa ricorrenza per indirizzare il pensiero verso ciò che piace, verso ciò che provoca benessere e sana gaiezza. La felicità è soprattutto uno stato mentale e come tale va aiutato a crescere e sviluppare.
Riproporre semplici attività legate alle tradizioni locali, può essere un momento da condividere e vivere in serenità. Contro il superstress provocato dal logorio continuo degli eventi attuali bisogni reinventare momenti di relax, di crescita di consapevolezza, ricorrendo al contributo energetico di tutti i componenti del nucleo familiare, qualsiasi sia la composizione e il modo di stare insieme.
Ciascuno può individuare briciole di benessere interiore, guardandosi dentro, alimentando la speranza di riconquistare presto le libertà represse, le libertà di far esprimere il piacere del tatto, del calore umano espresso con una sincera stretta di mano, con un sincero abbraccio, con una salutare carezza.
Anche dalla speranza si può “costruire” benessere e felicità. La speranza di ritornare a essere liberi: …che felicità! Dimentichiamo per un attimo ciò che succede o può succederci e godiamoci gli attimi di spensieratezza che vengono regalati dalle piccole cose.
La ricerca della felicità, ricordiamoci, è uno scopo fondamentale dell’umanità e il suo raggiungimento può essere conseguito promuovendo o osservando i piccoli gesti, le semplici scene e le coreografie che contribuiscono ad elevare l’umore ad esaltare lo spirito , aiutando a vivere meglio con se stessi e con gli altri.
Il suo profondo senso e significato può essere colto nei piccoli gesti, nel fascino racchiuso nelle tradizioni locali, nella seduzione dell’arte, nel praticare sano movimento, nell’osservare l’arte, nell’ascoltare musica nel dedicarsi alla danza, alla lettura e alla scrittura e cosi via.
Proviamo ad indirizzare il pensiero e l’attenzione verso ciò che suscita emozioni e benessere, partendo proprio dai piccoli, lenti e teneri gesti dai quali si può trarre un benefico sollievo.( francogarofalo1@gmail.com)
La giornata internazionale della felicità si celebra in tutto il mondo il 20 marzo di ciascun anno. È stata istituita dall’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) il 28 giugno 2012. La risoluzione A/RES/66/281 dell’Assemblea dell’ONU, stabilisce che: