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Venerdì 13 settembre: Giornata Mondiale di Lotta alla Sepsi.

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La mortalità aumenta del 7% ogni ora senza un trattamento antibiotico adeguato. Ogni anno 11 milioni di persone perdono la vita a causa di questa patologia. L’evento ha l’obiettivo di accrescere la consapevolezza 

 Giornata Mondiale Sepsi

Il 13 settembre è il World Sepsis Day, la giornata mondiale della sepsi. È un evento che ha l’obiettivo di accrescere la consapevolezza verso una patologia che ogni anno si stima colpisca a livello mondiale 47-50 milioni di persone e provochi almeno 11 milioni di decessi (1 morto ogni 2,8 secondi). La mortalità aumenta del 7% ogni ora senza un trattamento antibiotico adeguato.

L’evento  non ha confini, quindi,  interessa tutti i Paesi   e mira ad  accrescere la consapevolezza pubblica in merito a una delle principali cause di morte e disabilità per milioni di persone ogni anno. Cos’è la sepsi?   E’ una rara complicazione di un’infezione, le cui conseguenze possono essere molto gravi e potenzialmente mortali. Consiste in una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo a un’infezione generalizzata che danneggia tessuti e organi compromettendone il funzionamento . Nella definizione, quindi,  maggiormente condivisa e più recente, è una risposta non controllata a una infezione da parte dell’organismo ospite, che porta a una disfunzione d’organo acuta.

E’,  dunque, una condizione clinica grave, potenzialmente letale e correlata a morbilità e mortalità elevate, che rappresenta un’emergenza medica a livello globale. Si è stimato  che, nel 2017, si siano  verificati quasi 50 milioni di casi di sepsi nel mondo e circa 11 milioni di decessi correlati, corrispondenti a circa il 20% dei decessi totali. L’incidenza e la mortalità associate alla sepsi variano in modo sostanziale tra le  diverse regioni del mondo, con il  peso  più elevato in Africa subsahariana, Oceania, Asia meridionale, Asia orientale e Asia sud-orientale.  Nel contesto europeo, secondo le  recenti  stime, la sepsi colpisce oltre 3 milioni di persone, provocando quasi 700.000 decessi l’anno, la maggior parte dei quali è prevenibile. I costi economici, oltre che di vite umane, associati alla sepsi sono molto elevati. Negli Stati Uniti, per esempio, la sepsi è la causa più comune di decesso ospedaliero e ha un costo di oltre 24 miliardi di dollari ogni anno. Nello scenario pandemico attuale, inoltre, circa il 20% dei pazienti con Covid-19 sviluppano complicanze come sepsi o disfunzione d’organo multipla- A livello globale, la sepsi è anche una delle cause principali di mortalità materna e neonatale.  Per ridurre i casi di sepsi, nel 2017 la 70° Assemblea Mondiale della Sanità ha approvato la risoluzione 70.7 per “migliorare la prevenzione, la diagnosi e la gestione clinica della sepsi” con cui viene indicato di includere la prevenzione, la diagnosi e il trattamento della sepsi nei piani nazionali di gestione delle infezioni.

In particolare, la risoluzione prevede queste 5 azioni:

  1. usare in modo adeguato gli antibiotici, poiché la sepsi pone una condizione ineludibile all’uso appropriato e responsabile di questi farmaci
  2. rafforzare i programmi di controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere, per ridurre la frequenza delle infezioni correlate all’assistenza tra cui possono verificarsi casi di sepsi
  3. aumentare la consapevolezza della popolazione
  4. formare gli operatori sanitari alla sicurezza del paziente, poiché in caso di sepsi la gestione del tempo risulta critica e ritardi nella diagnosi e/o nella terapia adeguata comportano gravi criticità nel percorso di cura
  5. promuovere la ricerca e la sperimentazione per la disponibilità di migliori soluzioni diagnostiche, nuovi antibiotici, vaccini e terapie.

Per combattere la sepsi, quindi, è  necessario ridurre la frequenza delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria e delle infezioni causate da organismi resistenti ai farmaci antimicrobici.