Il 13 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale dell’Albinismo, proclamata dall’ONU nel 2014 per richiamare l’attenzione sui diritti delle persone albine in tutto il mondo e in particolare nell’Africa sub-sahariana, dove questa condizione è prevalente (qui si conta 1 albino ogni 1.400 abitanti, mentre nel resto del mondo le stime variano da 1 su 5mila a 1 su 15mila). L’obiettivo principale della ricorrenza è affrontare le questioni legate all’albinismo, come la discriminazione, la stigmatizzazione, la violenza e le violazioni dei diritti umani che le persone con albinismo spesso affrontano. Si cerca di promuovere l’inclusione sociale, educativa e lavorativa, migliorare l’accesso a cure mediche adeguate e sensibilizzare sulla necessità di proteggere e rispettare i diritti delle persone con albinismo. La proclamazione di questa giornata internazionale da parte dell’ONU ha contribuito ad aumentare la consapevolezza su questa condizione genetica e a promuovere un ambiente più sicuro e inclusivo per le persone con albinismo in tutto il mondo.
L’Albinismo è una condizione genetica, non contagiosa e rara, che si manifesta con l’assenza o la riduzione del pigmento della melanina, che protegge dal sole e dona il colore agli occhi, alla pelle e ai capelli. Una malattia che comporta molteplici conseguenze: estrema sensibilità al sole, rischio elevato di cancro della pelle, problemi legati alla vista. A questo si aggiunge lo stigma che affligge le persone con albinismo che, in alcune regioni dove la maggioranza della popolazione è di pelle scura, subiscono atti discriminatori e violenti oppure vengono isolate perché oggetto di superstizioni e false credenze. Anche i genitori di bambini con albinismo, in particolare le madri, sono soggetti a stigma, isolamento e ostracismo. In tutto il mondo, le persone con albinismo incontrano molteplici barriere al pieno godimento dei loro diritti alla salute, istruzione e lavoro.