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11 aprile – Giornata Mondiale della Malattia di Parkinson

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L’11 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Malattia di Parkinson, un’occasione di grande rilievo per sensibilizzare l’opinione pubblica su una patologia neurodegenerativa che colpisce circa 400.000 persone in Italia e oltre 10 milioni nel mondo, secondo i dati della Parkinson’s Foundation. È anche un momento importante per riflettere sul ruolo fondamentale di chi assiste i malati – familiari o professionisti – sulle innovazioni terapeutiche e sull’importanza dell’attività fisica come parte integrante della cura. La malattia di Parkinson è una patologia cronica e progressiva che colpisce il sistema nervoso centrale. L’esordio avviene in media intorno ai 60 anni, ma circa il 10% dei pazienti sviluppa i primi sintomi prima dei 50 anni, un dato che definisce il cosiddetto Parkinson giovanile. I sintomi principali includono tremori a riposo, rigidità muscolare, lentezza nei movimenti (bradicinesia) e instabilità posturale. Col tempo, la malattia compromette l’autonomia della persona e riduce in modo significativo la sua capacità di interazione con l’ambiente circostante. In questo percorso complesso, la figura del caregiver – generalmente un familiare – è spesso il pilastro invisibile ma essenziale dell’assistenza. Prendersi cura di una persona affetta da Parkinson, che può convivere con la malattia per 20-25 anni, implica spesso una ristrutturazione completa della vita quotidiana, dal lavoro alle relazioni sociali. Il carico emotivo e fisico è notevole, e può avere conseguenze importanti sulla salute del caregiver, con l’aumento del rischio di ansia, depressione e patologie cardiovascolari. Una delle armi più efficaci contro la progressione della malattia è l’attività fisica. Studi scientifici, tra cui quelli pubblicati sul Journal of Parkinson’s Disease e Neurology, confermano che esercizi strutturati, soprattutto di tipo aerobico (come camminata veloce, nuoto, ciclismo), migliorano significativamente i sintomi motori, la postura e l’equilibrio. Grazie all’esercizio fisico intensivo vengono prodotti fattori neurotrofici che aiutano a proteggere e rigenerare le cellule cerebrali coinvolte nella malattia. Particolarmente interessanti sono anche le pratiche che uniscono movimento, ritmo e stimolazione cognitiva, come la danza (in particolare il tango e la danza celtica) e le discipline orientali come il Tai Chi o il Qi Gong, che si sono dimostrate efficaci nel migliorare l’equilibrio, ridurre il rischio di cadute e favorire il benessere psicologico. Celebrare la Giornata Mondiale della Malattia di Parkinson significa anche promuovere una cultura della cura consapevole, che metta al centro non solo il paziente, ma anche chi se ne prende cura. È fondamentale continuare a investire nella ricerca, nelle terapie riabilitative e nell’assistenza, affinché il futuro delle persone affette da Parkinson – e dei loro familiari – sia fatto di più diritti, maggiore qualità della vita e meno solitudine.