Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. Una ricorrenza per riflettere sulle azioni aggressive, sulle conseguenze e sui metodi per contrastare il fenomeno. Come capire se il proprio figlio è vittima?
Lunedì 7 febbraio ricorre la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. È una data importante perché rappresenta un’occasione per riflettere su un fenomeno ancora troppo diffuso e soprattutto un momento per soffermarsi su quali possano essere gli strumenti per impedire che episodi di prevaricazione continuino ad accadere. Per comprendere come sia esteso e preoccupante il fenomeno bisogna partire dai dati che, comunque, la Pandemia ha contribuito ad incrementare a causa del maggiore utilizzo della rete, dei social. Il Bullismo e Cyberbullismo rimangono una delle minacce più temute tra gli adolescenti, dopo droghe e violenza sessuale. Queste preoccupazioni riguardano sia i ragazzi che le ragazze che non si sentono al sicuro sul web e non sanno come difendersi dai soprusi e violenze di cui sono vittime. Dopo il cyberbullismo, il fenomeno del revenge porn far ancora più paura, soprattutto tra le ragazze. Una ricerca dell’“Osservatorio (in)difesa” concretizzata attraverso un questionario sottoposto a 6.000 adolescenti, dai 13 ai 23 anni, provenienti da tutta Italia, rivela che il 68% di loro dichiara di aver assistito ad episodi di bullismo, o cyberbullismo, mentre ne è vittima il 61%. Ragazzi e ragazze esprimono sofferenza per episodi di violenza psicologica subita da parte di coetanei (42,23%) e in particolare il 44,57% delle ragazze segnala il forte disagio provato dal ricevere commenti non graditi di carattere sessuale online. Dall’altro lato l’8,02% delle ragazze ammette di aver compiuto atti di bullismo, o cyberbullismo, percentuale che cresce fino al 14,76% tra i ragazzi. La ricorrenza rappresenta, quindi, un momento per sensibilizzare l’intera comunità ad attuare comportamenti consapevoli sui social, prevenendo condotte violente e l’emarginazione dei più vulnerabili, per ampliare le attività di riflessione sul fenomeno ed è importante per rafforzare con i ragazzi il confronto sull’argomento, per l’uso consapevole dei social e la prevenzione di condotte violente e l’emarginazione dei più deboli.
LE PAROLE
BULLISMO: Con il termine bullismo s’intende definire un comportamento aggressivo ripetitivo nei confronti di chi non è in grado di difendersi. I comportamenti violenti che caratterizzano il bullismo: offese, parolacce e insulti; derisione per l’aspetto fisico o per il modo di parlare; diffamazione; esclusione per le proprie opinioni; aggressioni fisiche.
CYBERBULLISMO: atti aggressivi e intenzionali condotti da un individuo o un gruppo attraverso il contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima che non può facilmente difendersi. Nella rete il bullo può mantenere l’anonimato e si rivolge a un pubblico potenzialmente senza limiti, con la possibilità di diffondere informazioni personali riguardo alla sua vittima. Come capire se il proprio figlio è vittima di cyberbullismo? Ecco, secondo State of Mind i segnali da tenere sotto osservazione:
Utilizzo eccessivo di internet
Chiudere le finestre aperte del computer quando si entra nella camera
Rifiuto ad utilizzare Internet
Frequenti invii attraverso Internet dei compiti svolti
Lunghe chiamate telefoniche ed omissione dell’interlocutore
Immagini insolite trovate nel computer
Disturbi del sonno e dell’alimentazione o psicosomatici (mal di pancia, mal di testa, ecc)
Mancanza di interesse in occasione di eventi sociali che includono altri studenti
Chiamate frequenti da scuola per essere riportati a casa
Bassa autostima
Inspiegabili beni personali guasti, perdita di denaro, perdita di oggetti personali